La Fiom: «Nuovi posti a rischio dalla Pittway a Insiel Mercato»
Siderurgica Triestina, Flextronics, Pittway, Pvb Solutions, Insiel Mercato. Sono alcuni dei nomi snocciolati dalla segreteria della Fiom di Trieste durante la conferenza di fine anno e delineano quelli che, secondo il sindacato, saranno potenziali fronti caldi del 2016. «Mentre l’assessore regionale Loredana Panariti celebra 1300 nuovi posti di lavoro quest’anno a Trieste, noi ricordiamo che nel settore metalmeccanico la disoccupazione è passata dal 7 al 7,9%. Almeno per il momento alcuni casi si sono chiusi positivamente come Flextronics o Revas. Ma - avverte la Fiom - dobbiamo aspettarci la messa in discussione di altri posti di lavoro».
Tra pubblico e privato Il segretario Sasha Colautti traccia un quadro generale dei punti su cui Fiom terrà alta la guardia. In primis le aziende che gravitano attorno alle istituzioni: «Ci sono realtà come Insiel Mercato e Pvb Solutions (manutenzione degli impianti dell’ospedale maggiore) che dipendono dal pubblico, e in questi tempi di spending review e legge di stabilità diventano scuse per gli esuberi».
Il caso Arvedi C’è poi il nodo della Ferriera: «Noi pensiamo che il piano Arvedi vada realizzato, ma la proprietà non può continuare a svelare le sue carte un po’ per volta. Deve presentare un piano industriale complessivo, che non metta in discussione le funzioni attualmente presenti nello stabilimento». Fiom chiede «che al contempo vengano garantite la salute pubblica e un saldo occupazionale positivo».
L’ex Alcatel Un ulteriore capitolo riguarda Flextronics: «L’accordo appena chiuso consente la sopravvivenza di cento posti, nonostante continui a dilagare la precarietà nell’area. Ma l’azienda ha garantito la sua presenza sul territorio solo per cinque anni. Bisogna legare quella realtà al mondo della ricerca locale per darle radici».
Pvb e Insiel Sul tema Pvb interviene il membro della segreteria Alexander Vecchiet: «Pvb è titolare dell’appalto per gli ospedali cittadini all’interno di un’Ati di cui fanno parte anche Siram e Galli. L’appalto scade a maggio e a dicembre, poco fa, l’azienda ha annunciato il licenziamento collettivo di 8 lavoratori su 11. Nel momento in cui i soldi pubblici vengono meno, si incide sui lavoratori e non sugli utili. Ragionamenti simili si sentono per Insiel Mercato, un’azienda teoricamente privata e indipendente, in realtà dipendente dalle commesse regionali».
La Pittway Erika Innendorfer ha parlato poi della situazione alla Pittway, fabbrica di sensori parte del gruppo Honeywell: «Siamo nati grazie a 20 miliardi di Fondo Trieste, ma poi la fabbrica è stata abbandonata a sé stessa. Ora la multinazionale di cui fa parte centralizza le funzioni in paesi dove il lavoro costa meno, come l'Est Europa o l’Asia». Realtà, quelle di Pittway, Insiel e Flextronics, che per Fiom dovrebbero essere inserite in una visione di sviluppo industriale pubblica che metta al centro la ricerca.
L’innovazione Il sindacalista Fabio Barbo parla dei centri di eccellenza: «La Regione, che è ad esempio socio di maggioranza di Sincrotrone, deve decidere di mettere in legame effettivo ricerca e territorio. Se vogliamo un reinsediamento industriale dobbiamo poi rilanciare anche i grandi collettori come Ezit».
Le politiche industriali Nel complesso Colautti rileva un cambiamento nel modo in cui le aziende gestiscono i problemi: «La crisi è stata affrontata con lacrime e sangue. Ora si continua a farlo anche davanti alla ripresa: la mobilità è ormai uno strumento imprenditoriale. Di fronte a questo modo di fare impresa la Regione deve mettere in campo un programma industriale vasto, non può limitarsi a versare fondi per tamponare le emergenze». Il rischio, conclude, è finire «come alla Revas cui abbiamo dato 3,5 milioni e che è stata venduta poi per 2,5. Sono fattori di cui Fiom terrà conto, anche in vista delle prossime elezioni comunali e regionali».
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