La finta dottoressa che visitava in villa
È stata tradita dalla sua grande passione per la medicina e, in particolare, per la dermatologia. Una passione che l’ha portata a esercitare la professione di medico praticando trattamenti di biovitalizzazione con plasma arricchito e terapie particolarmente complesse. Nulla di strano, se non fosse che lei medico non era. E così Silvia Albicocchi, 66 anni, moglie dell’ex gioielliere Dario Marzari, è finita nei guai.
Di visite e terapie ne ha fatte a decine e decine a giudicare dall’interminabile elenco di pazienti citati nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari depositato dal pm Massimo De Bortoli. Un provvedimento che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio di Albicocchi e che chiama in causa anche un medico, lui sì vero: Oscar Volpi, pediatra di 68 anni che, secondo gli accertamenti dei carabinieri del Nas, consentiva alla “collega” di effettuare le terapie agli ignari pazienti. Entrambi sono assistiti dall’avvocato Roberto Corbo. Il caso era scoppiato nel corso dell’indagine sul crac della “Diamond srl”, la società di cui Marzari era amministratore di fatto, dichiarata fallita dal Tribunale il 2 novembre del 2010. Il pubblico ministero Federico Frezza aveva avviato un’inchiesta per bancarotta fraudolenta a fronte della scomparsa di gioielli e contanti per un milione di euro.
Ebbene, nel corso delle indagini, era emerso che uno degli studi in cui Albicocchi esercitava si trovava all’interno della lussuosa villa al numero 17 della Strada Costiera che era stata sequestrata dai creditori. L’altro studio si trovava invece in via Roma, al numero 15, nello stesso appartamento in cui c’è l’ambulatorio del pediatra Oscar Volpi. Silvia Albicocchi, nel pubblicizzare la sua attività anche su Internet, si era definita «dottoressa», così come aveva definito i locali in cui operava «Studio di naturopatia e osteopatia».
La villa e l’ambulatorio erano stati perquisiti dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico che, dopo l’iniziale scoperta, avevano agito in base alle segnalazioni di alcune pazienti. Un’altra denuncia alla magistratura era stata inviata dal dottor Leonardo Marini, titolare della struttura dermatologica “The Skin Doctor’s Center”.
I militari avevano trovato in una stanza della villa una sorta di ambulatorio con tanto di lettino medico dotato dell’apposito rotolo di carta sul quale far stendere i pazienti. Nella perquisizione i militari avevano sequestrato una dettagliata documentazione con i nomi e cognomi di numerose persone e un buon numero di provette piene di un liquido identificato come saliva. Liquido che Albicocchi faceva analizzare per evidenziare le intolleranze alimentari. Nel corso delle indagini ogni provetta era stata collegata a un nome e cognome e a un indirizzo consentendo di risalire ai pazienti. Gli investigatori avevano anche sequestrato parecchie siringhe monouso, uno stetoscopio e alcuni elettrodi usati per l’elettrostimolazione.
La perquisizione si era estesa anche all’ambulatorio che Albicocchi occupava in un grande appartamento di via Roma a qualche centinaio di metri da quella che era stata fino al 2008 la prestigiosa gioielleria di proprietà del marito e che poi era stata ceduta per ripianare uno “sbilancio” di notevole entità.
All’interno dello studio del pediatra gli investigatori avevano recuperato una centrifuga che Albicocchi, secondo l’accusa, utilizzava per separare i vari elementi del sangue. Obiettivo: produrre plasma arricchito che, con una piccola siringa, sarebbe stato inoculato in quelle aree del corpo che la paziente voleva “migliorare” dal punto di vista estetico.
Dalle indagini erano emersi anche altri tipi di accertamenti clinici eseguiti dalla donna che si presentava in camice bianco e aveva un atteggiamento professionale. Un caso era riferito a un problema di calcoli alla cistifellea da risolvere senza intervento chirurgico con l’assunzione di prodotti erboristici mentre un altro era relativo a una cura dell’osteoporosi. Ma venivano anche effettuati accertamenti e prescritte cure per altre patologie come le emicranie nonché controlli e cure dopo interventi di asportazione del seno. Insomma, cure a tutto campo.
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