La fine di Marianna avvolta nei dubbi. Le risposte attese dall’autopsia di oggi

TRIESTE Non c’è ancora certezza assoluta sul mix di sostanze che giovedì scorso ha ucciso la trentanovenne Marianna Pepe, l’ex campionessa nazionale di tiro a segno trovata morta a Muggia a casa di un amico, il quarantenne Antonio Vidmar. Sarà l’autopsia a rivelarlo. L’esame è programmato oggi: il pm Lucia Baldovin, il magistrato che indaga sul caso, nei giorni scorsi aveva già conferito l’incarico al medico legale. Per l’esito ci vorrà comunque qualche giorno. Così come per il test chiave, quello tossicologico.
Il giallo sulla scomparsa della trentanovenne triestina potrebbe dunque essere risolto a breve. Al momento, quel che si sa è che la sera prima della tragedia la donna aveva bevuto alcol e ingerito psicofarmaci. D’altronde i soccorritori che sono intervenuti sul posto, nell’appartamento di via Pier Paolo Deluca a Muggia dove la vittima era ospitata da Vidmar, si sono subito accorti che l’ex campionessa aveva assunto qualcosa rivelatosi letale. Sul suo corpo non c’erano peraltro segni di violenza.
La Procura lo ha confermato nel comunicato diramato l’altro ieri ipotizzando una morte improvvisa «conseguente a insufficienza cardiorespiratoria da edema polmonare secondario a verosimile polintossicazione da diverse sostanze».
L’amico di Marianna, il quarantenne Vidmar, ha peraltro testimoniato chiaramente che mercoledì sera la trentanovenne aveva ingerito psicofarmaci. «Eravamo ubriachi, avevamo bevuto tutto il pomeriggio - ha affermato l’uomo - e poi lei mi ha chiesto qualcosa di forte per dormire. Le ho dato Diazepam, io ne ho preso un po’ ma lei si è bevuta tre quarti di boccetta... Non so se poi ha preso anche altro. Io in casa tengo medicine e altri psicofarmaci».
È stato questo cocktail a togliere la vita all’ex campionessa? Nei giorni scorsi si era parlato pure di cocaina, ma dagli ambienti investigativi non sono arrivate conferme. Il test tossicologico appurerà anche questo. La Procura, però, sta indagando per verificare le eventuali responsabilità di chi ha fornito alla donna le sostanze.
Gli accertamenti investigativi puntano a fare chiarezza anche sulla situazione familiare della vittima. In particolare sull’ex compagno, il quarantaduenne Demis Corda, con cui l’ex campionessa aveva avuto un figlio. L’uomo la maltrattava, ma Marianna aveva sempre deciso di ritirare le denunce contro di lui assicurando che il quarantaduenne in fondo era «un bravo padre». Anche se gli episodi tendevano a ripetersi. Secondo quanto emerso, il giorno prima della tragedia la trentanovenne si era rifugiata dall’amico di Muggia, Antonio Vidmar, proprio perché fuggiva dall’ex compagno.
L’improvvisa morte di Marianna ha sconvolto la sua famiglia, che preferisce mantenere stretto riserbo sull’accaduto. —
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