La figlia di Marina Monassi è stata assunta da Paoletti
Parlo con Maria Vittoria D’Amico? «Sì, sono io». È figlia di Marina Monassi? «Non vedo cosa questo c’entri qua adesso. Io sto lavorando». Da quanto tempo lavora qui?. «Guardi... buongiorno. Salve, Non deve parlare con me». E con chi? «Io sono qua per lavorare, non di certo per lasciare notizie o informazioni. Ho altro da fare, Scusate. Grazie. Buongiorno. Salve». Salve. Buongiorno. Grazie. Maria Vittoria D’Amico risponde a sorpresa al numero della Camera di commercio dedicato all’Azienda speciale “Trieste On-line”. A sorpresa perché alla Cciaa di Trieste, interrogata sulla questione,“non risulta”. Eppure basta chiedere al centralino di piazza della Borsa per farsela passare. La figlia della presidente dell’Authority portuale lavora lì con un contratto a progetto da 8mila euro. «A me non risulta», afferma sicuro Antonio Paoletti, presidente della Cciaa. In effetti il cognome diverso può trarre in inganno. La domanda poi era stata posta male. Si chiedeva dell’Aries, altra azienda speciale della Cciaa di Trieste che si occupa di ciò che di buono è rimasto della Fiera di Trieste (da Olio Capitale a TriestEspresso Expo). «No, non mi risulta» dice Paoletti che è presidente sia dell’Aries oltre che della Cciaa. Nel modo più assoluto? «No. Assolutamente no, ma comunque sia se c’è qualcosa mando un comunicato» aggiunge il presidente camerale che, piccolo particolare, è pure presidente dell’Agenzia speciale “Trieste On-line”. Evidentemente la “piccola” Monassi è stata presa a sua insaputa. Del resto questo è un Paese dove molte cose avvengono a nostra insaputa.
Il comunicato annunciato alla fine è arrivato con richiesta di pubblicazione integrale: «A seguito di apposita selezione il cui avviso è stato pubblicato nei termini di legge, è stato stipulato con la prima classificata un contratto a progetto della durata di un anno per un importo complessivo annuale di 8 mila euro lordi comprensivi di oneri fiscali e previdenziali». La selezione regolare, nessun dubbio a proposito, ha visto due concorrenti. E ha vinto, come da copione, la migliore. La figlia di Marina Monassi, presidente del Porto di Trieste, che con la Camera di commercio ha stretto da tempo un’alleanza di ferro. I due non si risparmiano i complimenti. Paoletti ha appoggiato il ritorno di Marina alla guida del Porto di Trieste (dopo l’esilio dorato da direttore generale all’AcegasAps) e Nostra Signora del Porto ha prenotato per Antonio un’altra poltrona prestigiosa, quella di Ttp (Trieste terminal passeggeri), che si aggiunge alle altre 20 occupate dal presidente della Cciaa. Un vero collezionista. E il contratto a progetto per la figlia Maria Vittoria? Niente di tale. Un progettino da 8mila euro in un’azienda speciale che più speciale non si può (come riferiamo a lato). Tutti teniamo famiglia. A Trieste è una famiglia allargata modello presidenziale francese con a capo il senatore della Repubblica Giulio Camber, compagno di Marina Monassi da oltre 20 anni. La presidente del Porto, figlia di un ammiraglio, entrò in Porto agli inizi degli anni Novanta. Camber, all’epoca, era sottosegretario ai Trasporti nel governo socialista di Giuliano Amato. «I maligni dicono che il vero passepartout per il porto fosse quello sentimentale - scriveva il 29 settembre 2011 su Libero Franco Bechis citando Andreotti -. E a pensare male con le autorità spesso ci si azzecca».
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