La fiammella sempre accesa della curiosità
Oltre 160 ricercatori da più di venticinque paesi. Due terzi di questi hanno una laurea o un dottorato. Due terzi hanno anche meno di trentacinque anni. Questa è la fotografia dell'Icgeb di Trieste, un ambiente quindi giovane, colto, internazionale. Vengono a Trieste sostanzialmente per due ragioni: perché sono curiosi e appassionati e perché credono di poter risolvere, grazie alla scienza, i grandi problemi del mondo, dalla salute all'alimentazione.
Ogni lavoro è il più bello per chi lo fa con passione, ma quello di un giovane ricercatore di biologia molecolare batte tutti per intensità e coinvolgimento. La struttura del luogo di lavoro è semplice: un responsabile di laboratorio (il Group Leader - ce ne sono 19 all'Icgeb in questo momento); un problema biologico importante (come riparare il cuore dopo l'infarto? quali fattori scatenano la demenza? come fa un virusa causare un tumore?) e, all'interno di questo, un obiettivo più mirato, che diventa il proprio specifico progetto di ricerca; un ambiente di lavoro che offre strumentazione, risorse e know how; i propri compagni di laboratorio, con cui confrontarsi quotidianamente.
Con questi ingredienti, la magia si compie: il giovane scienziato la propria ricerca la trasforma in un progetto di vita, da perseguire con dedizione e passione, senza orari imposti, senza limiti alla creatività. Se la ricerca è sostenuta dalla curiosità, il metodo però è rigoroso: si pensa a un'ipotesi, si formula un esperimento per verificarla e, a seconda del risultato, se ne formula una successiva. Chi ha più cultura, inventiva, capacità manuale e, in maniera fondamentale, anche fortuna, ha anche più successo.
«La ricerca è una maniera sofisticata di prolungare l'adolescenza» diceva Arturo Falaschi, padre indimenticato dell'Icgeb. Ma ricerca è anche essere manager, amministratori e gestori di risorse umane. I responsabili dei gruppi di ricerca sono impegnati quotidianamente a reperire fondi, proteggere la proprietà intellettuale, coltivare i rapporti con l'impresa, comunicare i propri risultati alle riviste scientifiche, ai congressi, al pubblico. A trasformare, insomma, l'attività di ricerca in una vera e propria attività di impresa. Ma sempre stando bene attenti a non spegnere mai la fiammella della passione e l'istinto della curiosità intellettuale.
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