La fiaba a lieto fine del cucciolo tra i rifiuti di Trieste
TRIESTE Sembrava la storia strappalacrime di Natale, invece si è rivelata una frottola inventata da una ragazzina che voleva tanto portarsi a casa un cucciolo. Tutto è nato da un annuncio pubblicato su Facebook, nel quale veniva raccontata la triste vicenda di un cagnolino di poco più di un mese d’età trovato in un cassonetto della spazzatura di via Lorenzetti. Ad accorgersi della sua presenza, secondo il racconto circolato online, una residente della zona che avrebbe udito i lamenti del cagnolino mentre gettava il sacchetto dell’immondizia.
La segnalazione faceva capo ad Antonella Bitetto, vicepresidente dell'associazione “Zampa nel Cuore Italia” che, avvertita dell'episodio, si è fatta subito carico della situazione, attivando fin dai primi minuti l'iter previsto nel caso del ritrovamento di un cane vagante, di un cucciolo abbandonato. Si è assicurata che il cucciolo avesse ricevuto le prime cure e che un veterinario ne avesse accertato il buono stato di salute. Ha avvisato poi la struttura di Sanità animale di via Ralli, prendendo disposizioni su come comportarsi.
Manifestando la sua indignazione per un gesto così crudele, Bitetto in buona fede ha poi pubblicato un appello per trovare una famiglia a quel batuffolo sfortunato. Da quel momento, nel giro di poche ore, alla referente dell'associazione sono arrivate oltre un centinaio di proposte di adozione. Il cucciolo, un maschietto dal pelo nero e marrone, è stato portato dal veterinario ed è risultato in salute. In un primo momento era stato affidato ad una volontaria mentre ora è stato preso a carico direttamente dall'AsuiTs che, dopo averlo tenuto in osservazione per dieci giorni, potrà darlo prima in affido provvisorio e poi in adozione.
Prendendo per buono il racconto della donna che sosteneva di averlo trovato nel bidone della spazzatura, ravvisando gli estremi di un maltrattamento di animale a carico di chi aveva gettato il cucciolo nelle immondizie, i referenti dell'associazione hanno iniziato a ricostruire passo passo la vicenda. Nel pomeriggio di ieri sono emerse le prime discrepanze. Dal racconto sembrava che a trovare quel cucciolo fosse stata la figlia della donna che aveva denunciato il ritrovamento. La ragazzina, messa alla strette dalla madre intenta anche lei a trovare il colpevole di un simile gesto, alla fine ha confessato che il cane le era stato regalato: la “favola” del salvataggio tra i rifiuti era quindi un modo per giustificare il suo arrivo in famiglia.
Ora si sta cercando di far luce su chi abbia affidato ad una minore un cucciolo di poco più di un mese di vita, senza microchip e senza vaccinazioni. «Noi, in buona fede, - specifica la re verte dell'associazione - informati dell'accaduto, ci siamo subito mossi per trovare quanto prima una famiglia al cagnolino abbandonato». Solo dopo, appunto, la scoperta della “bufala”.
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