La festa a San Rocco per il sentiero Madriz FOTO

Renato Madriz, indimeticabile anima della comunità sanroccara, aveva in testa due sogni. Meglio, due progetti.
Avrebbe voluto veder sorgere nel vecchio “sgabuzzino” sul confine tra Gorizia e Sempeter Vrtojba, alla fine di via Vittorio Veneto, un museo della cultura contadina goriziana. E avrebbe voluto vedere pulito e valorizzato a dovere, a partire dall'antico sentiero che da via Svevo sale a via Alviano, il colle dell'ex Seminario Minore.
Che, amava ripetere convinto, è il biglietto da visita della città per chi arriva dalla Slovenia e, adesso, anche dal nuovo ingresso sud a Gorizia.
E vedere le condizioni in cui il colle era caduto, negli ultimi decenni, gli faceva davvero male.
Ecco perché, sicuramente, da lassù Madriz si sarà compiaciuto ieri mattina, nell'osservare chi è rimasto inaugurare proprio il rinato sentiero da San Rocco all'ex Seminario, dedicato alla sua memoria.
È stato un momento di festa breve ma davvero sentito e significativo, quello di ieri mattina, quando sotto un cielo uggioso è stato tagliato il nastro del sentiero recuperato grazie agli sforzi e alla determinazione del Centro tradizioni di Borgo San Rocco, e alla collaborazione della cooperativa Mari e Monti, che ha svolto il grosso del lavoro di realizzazione del passaggio in mezzo alla selva di arbusti e canneti che era diventata la vecchia traccia di sentiero abbandonata.
«Questo è un giorno che abbiamo atteso tanto, qui a San Rocco – ha detto nel suo discorso Laura Madriz Macuzzi, presidente del Centro Tradizione -, e che don Ruggero e soprattutto Renato Madriz hanno voluto fortemente. Ritroviamo questa bella e antica salita, che è parte del borgo e di tutta la città. Percorrerla è come entrare in un piccolo mondo antico, e noi speriamo che questa nostra iniziativa sia da stimolo per iniziare il recupero e la messa in sicurezza di tutta la collina».
Mauro Ungaro ha poi ricordato la figura di Renato Madriz, parlando appunto dei suoi due progetti, uno dei quali ha trovato concretezza finalmente con la riapertura del sentiero.
Poi ha preso la parola il sindaco Ettore Romoli.
«Voglio usare la parola più semplice eppure magica – ha detto -: grazie. Qui a San Rocco una comunità si è rimboccata le maniche per restituire alla città una parte di questa collina, ed è uno dei rari esempi in cui non ci si limita a lamentarsi di ciò che non va o che qualcuno dovrebbe fare, ma ci si impegna in prima persona. È un segnale bello e importante, e per questo dobbiamo dirvi grazie».
Don Ruggero Dipiazza ha poi benedetto il sentiero, prima che, accompagnati dalle note della banda di Aiello e Aquileia, le autorità e i membri della famiglia Madriz tagliassero il nastro e scoprissero la prima delle tre targhe esposte lungo la stradina: due, all'inizio e alla fine, recitano in friulano “Lant pal troi dal Seminari”, ricordando poi Renato Madriz e indicando al visitatore lo storico muro di cinta tra le proprietà dei Lantieri e degli Attems Semblar, che costeggia la salita.
La terza, in legno, è stata scolpita e donata da un borghigiano, e fa bella mostra di sé nel cuore del bosco, indicando la via per la grotta della Madonnina di Lourdes.
Da San Rocco dunque giunge un edificante esempio di quanto possa fare il volontariato per la propria comunità nel rispetto delle antiche e preziose tradizioni.
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