La Ferriera incassa la concessione di 30 anni
TRIESTE Mentre la piazza rumoreggia, a dir poco, Arvedi sta per centrare il poker che, se saranno rispettati i parametri sulle emissioni ambientali, dovrebbe mettere la Ferriera di Servola al sicuro anche in caso di prossimi ribaltoni politici al Comune di Trieste. Giovedì 18 febbraio infatti, nel corso della seduta che incomincerà alle 10.30 alla Torre del Lloyd, il Comitato portuale sarà chiamato ad approvare la concessione di 30 anni a Siderurgica Triestina.
È l’ultima carta del mazzo che mancava dopo i tre decisivi step precedenti: l’Accordo di programma sottoscritto in sede ministeriale, l’acquisizione della centrale elettrica Elettra e l’ottenimento dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia). Il 24 luglio 2015 lo stesso Comitato aveva approvato all’unanimità, oltre che l’abilitazione a St a svolgere operazioni portuali, un provvedimento di anticipata occupazione demaniale di banchina e retrobanchina privo di scadenza, comunque provvisorio ma che aveva di fatto aperto la strada alla concessione vera e propria per il cui rilascio l’Authority ha concluso tutte le verifiche e i passaggi burocratici. Non dovrebbero esserci eccessivi dubbi di un voto favorevole, perlomeno a maggioranza.
L’area del complesso siderurgico si estende su 520mila metri quadrati dei quali solo 200mila di proprietà e altri 320mila metri quadrati di terreni demaniali. La concessione permetterà a Siderurgica Triestina di programmare attività anche a lungo termine in particolare sulla banchina, per il cui rafforzamento sono stati previsti cinque milioni di investimenti, trasformata in un polo intermodale dove già oggi parte e arriva una coppia di treni ogni giorno.
L’anno scorso sono stati movimentati due milioni di tonnellate di rinfuse solide con trasporti a servizio di tutte le aziende del Gruppo Arvedi che hanno dovuto “debordare” anche sul vicino molo dello Scalo Legnami. Va detto ancora che, tra questi due terminal, proprio in questi giorni partono i lavori per la realizzazione della futura Piattaforma logistica che nei piani della cordata che ha vinto la gara d’appalto (Icop, Francesco Parisi, Interporto di Bologna e Cosmo Ambiente) dovrà a propria volta divenire un terminal multipurpose. Siderurgica Triestina intanto tra otto giorni dovrebbe ritrovarsi con rafforzate tutte e tre le gambe sulle quali poggia il suo Piano industriale: l’area a caldo, il laminatoio a freddo per il quale continuano le operazioni di allestimento e appunto la banchina.
Quanto al Comitato portuale a questo punto, dato che la trasformazione del decreto che introduce la nuova legge sui porti e lo abolisce sostituendolo con una governance di sole cinque persone potrebbe portar via un paio di mesi, è estremamente probabile che non sarà l’ultimo anche perché la sua scadenza naturale è appena a marzo. Analogamente sembra probabile che per il commissario Zeno D’Agostino, il cui incarico scade il 24 febbraio, ci si appresti a una nuova proroga anziché alla sua nomina a presidente. Giovedì prossimo al centro dei lavori del Comitato vi sarà anche un’altra grana che ha movimentato la cronaca marittima cittadina di questi ultimi mesi. Si tratta della crisi finanziaria che ha portato il Marina San Giusto, il prestigioso club nautico che si trova a due passi da piazza Unità, sull’orlo del fallimento. L'Agenzia del Demanio non ha espresso parere positivo al prolungamento della concessione fino al 2044 (l'attuale scade al 2023) nonostante l'assenso dato nel 2014 da Authority e Comitato portuale. «Il mancato rilascio dell'attesa nuova concessione - avevano rimarcato i dirigenti in una lettera ai titolari di ormeggio - ha compromesso i rapporti con il ceto bancario, in particolare con Unicredit il quale appena in data 15-12-2015 si è reso disponibile a valutare un allungamento della durata del finanziamento».
L’Authority intenderebbe ora fare una nuova proposta riguardo alla concessione che potrebbe contribuire al salvataggio della società che il mese scorso aveva chiesto un’”una tantum” ai diportisti proprio in vista di una possibile fruizione allungata nel tempo degli ormeggi.
Oltre a una serie di concessioni minori e all’applicazione del contratto collettivo di lavoro dei dipendenti dell’Authority, il Comitato sarà chiamato infine ad approvare la costituzione della nuova Agenzia del lavoro. Si sostanzierà in un pool di manodopera che interverrà in caso di picchi di lavoro in ogni parte dello scalo. I dipendenti saranno 111: assorbirà infatti i lavoratori della Minerva che alcuni anni fa aveva preso in affitto il contratto della Compagnia portuale di Trieste finita in liquidazione, assumendone anche i soci-dipendenti, ma integrerà nei propri ranghi anche quasi tutti i lavoratori dell'impresa Deltauno che a propria volta li aveva rilevati dal fallimento di quella che era la più grossa tra le cooperative che operavano in porto, la Primavera.
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