La Ferriera a Dipiazza: «Basta minacce»
TRIESTE Non ha fine il ping-pong crescente di accuse tra il sindaco Roberto Dipiazza e Siderurgica Triestina (St), la società del Gruppo Arvedi che gestisce la Ferriera di Servola che sta rendendo incandescente l’estate triestina sul fronte politico, ambientale, sociale e sindacale. Ieri il “turno di battuta” è spettato nuovamente a Antonio Lupoli, amministratore delegato di St che ha inviato un’altra lettera a Dipiazza in cui tra l’altro afferma che «la prolungata e costante minaccia indirizzata unicamente contro il lavoro della Ferriera non è corretta e non accetteremo mai questo atteggiamento aggressivo che causa solo, come già avvenuto, ingenti danni a tutti».
Nella precedente missiva, giudicando irricevibili tre richieste di Dipiazza, Lupoli, evidentemente in linea con il pensiero dello stesso Giovanni Arvedi, aveva prospettato addirittura l’abbandono dello stabilimento di Servola in caso di iniziative che tendessero a modificare gli accordi già raggiunti tra le parti e minacciato richieste di risarcimento danni e azioni legali in relazione ad affermazioni del sindaco stesso. «Si è trattato di una mancanza di rispetto nei confronti del sindaco che potrebbe costargli cara», ha attaccato con parole durissime Dipiazza ai microfoni di Raitre. Ieri Lupoli ha contrattaccato: «Riscontro con stupore le sue parole secondo le quali Siderurgica Triestina, nella lettera inviata alla sua attenzione, le avrebbe mancato di rispetto e fa seguire l’affermazione “ciò potrebbe costarle caro», esordisce l’amministratore delegato di St nella sua replica.
«Il Gruppo Arvedi - illustra poi - ha costruito i suoi oltre cinquant’anni di storia industriale operando sempre nel massimo rispetto delle istituzioni e tale intende essere anche la sua condotta a Trieste dove è impegnato in una difficile ed entusiasmante intrapresa di sviluppo imprenditoriale che punta a coniugare produzione, lavoro e tutela dell’ambiente. Siamo a Trieste - ribadisce Lupoli con una certa enfasi - per lavorare e lavorare onestamente nel rispetto della legge. Siamo a Trieste per difendere il diritto al lavoro e portare a termine un progetto approvato e sottoscritto dalle istituzioni.
Siamo a Trieste e assistiamo da alcuni mesi a un attacco pregiudiziale, indirizzato unicamente contro la Ferriera, come se la Ferriera non operasse nel pieno rispetto di tutti i parametri e gli obblighi contrattuali previsti dagli accordi». Quindi il riferimento alla «scorrettezza» della prolungata e costante minaccia e dell’atteggiamento aggressivo, per finire con un tentativo di dialogo: «Siamo invece disponibili ad ogni forma di collaborazione per la soluzione dei problemi in tutti i loro aspetti: sociali, umani, ambientali e industriali». Ma la possibilità di collaborazione appare ancora infinitamente lontana.
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