La febbre da Erasmus: gli studenti di UniTs i più viaggiatori d’Italia
Il 17,1% dei ragazzi coglie questa opportunità (dell’8,2% la media nazionale) girando per gli atenei europei

Studenti davanti alla scalinata di piazzale Europa
TRIESTE Tra i fiori all’occhiello dell’ateneo triestino c’è, come evidenziato dall’ultimo rapporto Almalaurea, l’alto numero di studenti che durante il loro percorso universitario hanno effettuato un periodo di studi all’estero, Erasmus in primis. Nel 2017 Trieste ha bissato la media nazionale per le esperienze universitarie in terra straniera: le hanno fatte il 17,1% dei suoi laureati triennali contro una media nazionale dell’8,2%; il 17,8% dei laureati magistrali su una media nazionale del 15,1%.
L'Erasmus a Trieste... In due minuti
Nel 2016-2017 sono stati 500 gli studenti che si sono recati all’estero per un periodo di studio o di tirocinio grazie al programma Erasmus+ e 53 gli iscritti che hanno usufruito di altri programmi di mobilità in uscita. E all’Università di Trieste sono arrivati 236 studenti con il programma Erasmus+ e altri 17 con i restanti programmi di mobilità in entrata. Certo non tutti possono permettersi un periodo di studio all’estero, perché i costi da sostenere, soprattutto nei Paesi dove la vita è più cara, non sono da poco. Ma l’Università, attraverso l’Unione europea, finanzia per tutti una borsa che in base al costo della vita del Paese di destinazione varia dai 230 euro ai 280 euro al mese. Nei Paesi ad alto costo della vita questo denaro a volte non è sufficiente per pagarsi l’affitto, ma almeno l’intero importo viene erogato prima della partenza.
E anche nell’ultima riunione indetta per gli studenti in partenza per l’Erasmus nell’anno 2018/2019 è stata confermato, dice Nicola Stampone, coordinatore dei rappresentanti degli studenti per Ardiss, che la borsa verrà erogata interamente un mese dopo aver completato la procedura burocratica necessaria per partire. «Da questo punto di vista l’Università di Trieste è virtuosa, perché non sono pochi gli studenti che non potrebbero permettersi di anticipare qualche migliaio di euro in attesa della borsa», commenta Stampone, che è laureando in Scienze dell’Amministrazione. Alla borsa si somma un contributo di 200 euro mensili per gli studenti in condizioni economiche svantaggiate (con Isee inferiore a 23mila euro) e ulteriori cento euro al mese per chi completa tutti gli esami previsti all’estero.
Anche l’Ardiss fa la sua parte in questo computo ma, evidenzia Stampone, potrebbe fare di più per permettere anche agli studenti in condizioni economiche svantaggiate di affrontare un Erasmus: per i beneficiari di borsa di studio integra il contributo con 160 euro mensili, che arrivano però solo a chiusura di tutte le mobilità, quindi dopo il 30 settembre di ogni anno. Questi denari inoltre, sottolinea Stampone, vanno quasi tutti per pagare l’affitto della stanza nella Casa dello Studente di riferimento, che rimane così bloccata e inutilizzata durante tutto il periodo all’estero.
«Oltre all’alloggio, lo studente che va in Erasmus perde anche i contributi sui pasti non consumati in mensa - sottolinea Stampone -. Il mese prossimo dovrebbe uscire il nuovo bando Ardiss, per cui come rappresentanti degli studenti proponiamo una modifica alla voce Tessera mensa. Attualmente la parte di borsa Ardiss erogata sotto forma di servizio mensa, del valore di 600 euro, viene fatta corrispondere a un pasto giornaliero gratuito per 11 mesi: noi proponiamo di convertire la somma in un credito mensa sulla Student Card, per permettere a tutti i borsisti, in particolare a quelli in mobilità internazionale, di usufruirne pienamente». —
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