La Fase 2 del Cisi apre quattro strutture: assistenza ai primi 19 disabili dell’Isontino

Sono i centri di Monfalcone, Ronchi, Cormons, Gorizia più il progetto per adolescenti Le Casette con un utente a Gradisca
Bumbaca Gorizia 23.12.2018 Cisi via Vittorio Veneto © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 23.12.2018 Cisi via Vittorio Veneto © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GRADISCA 
Sarà una “fase 2” suddivisa in più step quella che – auspicabilmente – condurrà il Cisi alla normalità. Con una “popolazione” complessiva di 400 utenti con diversi gradi di disabilità, cui va aggiunto il personale interno e quello delle cooperative, il Consorzio Isontino Servizi Integrati affronta la delicata partita della riapertura, ben consapevole che non potrà non essere cauta e progressiva. Un piano della durata di due mesi: è quanto approvato in queste ore dal cda, che ha individuato linee di indirizzo sul percorso di riapertura dei servizi sospesi dopo l’emergenza Covid-19, definendo nei minimi dettagli le misure da adottare nei centri semiresidenziali attualmente chiusi.

In particolare, inizialmente, si trattava di provvedere ad una prima riapertura in base a criteri di priorità per la selezione dell’utenza e addivenendo a un numero massimo di 5 utenti per sede, allo scopo di consentire il rispetto delle regole del distanziamento, con un rapporto di operatori per utente di 1:1. A riaprire per prime saranno 4 strutture dell’Isontino, per un totale di 18 disabili, più il progetto mirato “Le Casette” per adolescenti a elevata complessità (sinora coinvolge un singolo utente a Gradisca). I 4 Centri a riaprire per primi – orientativamente il 25 maggio, avendo avuto i responsi dei tamponi nel frattempo svolti su utenti e personale – sono Monfalcone (via Boccaccio), Ronchi, Cormons e Gorizia (via Orzoni). Vi opereranno in 27 fra personale educativo e ausiliario e volontari del Servizio Civile. I primi utenti che potranno rientrare nei centri semiresidenziali sono stati individuati con criteri stringenti: la condizione di fragilità del disabile, la ripresa delle attività lavorative dei suoi familiari, l’appartenenza a nuclei con particolari fragilità per anzianità o problematiche di salute. Da una “rosa” di 45 situazioni più critiche, è emersa la disponibilità di 19 famiglie a ripartire da subito. «La configurazione resterà invariata per almeno due settimane, durante le quali, con un monitoraggio giornaliero, si osserveranno eventuali necessità ulteriori e l’andamento dell’epidemia sul territorio» spiega il direttore Saverio Merzliak. Se i risultati lo consentiranno, fra giugno e luglio con altri due step si procederà all’apertura di ulteriori 4 Centri. «L’obiettivo è tornare a regime in luglio» fa sapere il direttore. Inoltre, si stanno verificando ipotesi alternative per la collocazione del centro di Grado, per poter procedere anche in tal caso alla riapertura analogamente agli altri Centri diurni, eventualmente attivando interventi alternativi di tipo domiciliare.

Tutto ok invece nei centri residenziali di Gorizia, Begliano e della comunità alloggio di Villesse, i cui utenti – tutti negativi – stanno affrontando la seconda ondata di tamponi di conferma. «Dobbiamo tentare di anticipare le difficoltà che si presentano. Stiamo cercando di dotarci già dei dispositivi di protezione individuale per la seconda tornata di aperture, peraltro scontrandoci con nuove difficoltà di reperimento sul mercato» conclude Merzliak. —

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