La famiglia monfalconese: «Nell’alba di Norcia abbiamo visto l’inferno»
MONFALCONE. «Siamo stati vegliati in piena notte da un pauroso e assordante botto. Un boato forse peggio di quello del Friuli del 1976, da rumori di crolli e da scricchiolii dei muri portanti indescrivibili. Sembrava che la casa da un momento all'altro ci cascasse addosso». É la drammatica testimonianza del radioamatore monfalconese Mario Della Schiava che si trovava con la moglie in visita a parenti a Norcia per una vacanza di fine estate, invece gli ultimi giorni si sono trasformati in un incubo, trovandosi proprio nel bel mezzo dell'epicentro delle violente scosse di terremoto hanno colpito il Centro Italia tra le regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo. Quella forte di 6.0 di magnitudo della scala Richter alle 3 e 36 con epicentro vicino Accumoli (Rieti) e la seconda di 5.4 magnitudo alle 4 e33 con epicentro proprio tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata).
«Il primo istinto - spiega per telefono Mario - dopo che ci siamo resi conto del sisma è stato quello di scappare e mettersi subito in salvo, cercando nella fuga di evitare case pericolanti e per paura di cadute di tegole e calcinacci che potevano cadere da un'altezza di oltre sei metri. In queste situazioni non si sa come reagiscono i muri in pietra e in che condizioni è la loro consistenza. Naturalmente tanta gente choccata si è riversata per le strade con coperte e abbigliamenti di fortuna, turisti in fuga vagando impauriti alla ricerca di un riparo sicuro. Era ancora tutto scuro e chi ha potuto come noi ha cercato un rifugio in macchina al coperto». Le comunicazioni telefoniche in certe zone non si sono subito interrotte, ma con l'intasamento delle chiamate si sono inevitabilmente bloccate. «I radioamatori - aggiunge - anche se vanno in ferie hanno l'abitudine di portarsi dietro una radio portatile per contattare altri colleghi sparsi in Italia». Proprio attraverso le frequenze radio, Della Schiava è riuscito a contattare alcuni colleghi e conoscere la situazione nelle zone vicine appurando che l'area colpita è molto vasta e riguarda soprattutto le tante frazioni sparse nelle quali specie in queste situazioni è difficile raggiungere per sapere cosa è successo. «Attualmente - afferma - non è ancora chiara la situazione a Norcia. Con l'alba abbiamo visto le prime ferite, le tante case lesionate e le richieste al Comune e alle autorità di effettuare sopralluoghi e verifiche della stabilità delle abitazioni. Per ora la strada Salaria è chiusa, ma appena la riaprono torno a Monfalcone, pur rimanendo disponibile con i colleghi volontari nel caso di intervento».
Nel racconto del radioamatore c'è la drammaticità di quei primi momenti dove emerge l'impotenza dell'uomo contro l'energia sprigionata dalle forze naturali. «Dopo le due forti scosse - aggiunge - la terra ha continuato a tremare con minore intensità per molte altre volte aumentando il panico e la paura. Ci sono tante case lesionate. La guglia del campanile si è girata e se arrivano altre scosse potrebbe crollare da un momento all'altro. Aggiungo che Norcia, essendo zona sismica ha case costruite con criteri antisismici che hanno limitato i danni. Ho saputo anche attraverso le comunicazioni dei radioamatori che nella frazione di Castelluccio la situazione è molto grave. Intanto sono crollati il campanile e diverse case e si parla di feriti. Brutte notizie arrivano anche per Amatrice e Accumoli della vicina provincia di Rieti». Intanto il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile tramite il suo responsabile delle Radiocomunicazioni di Emergenza, ha allertato tutti i radioamatori, compresi quelli di Monfalcone, Trieste, Udine, Gorizia, Grado e di tutta la Regione e ha chiesto di lasciare libere le frequenze operative in caso di calamità nazionale e di attenersi solo alle comunicazioni di aiuto sui link nazionali radioamatoriali.
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