La famiglia Janša portaborse a Bruxelles

Oltre alla moglie anche Žan, figlio dell’ex premier, lavora come assistente dell’eurodeputata Šulin ma non appare sul sito
L'ex premier della Slovenia Janez Jansa
L'ex premier della Slovenia Janez Jansa

TRIESTE. Nel nome del padre. Non un film dei fratelli Taviani, piuttosto la vicenda che da Lubiana porta direttamente all’Europarlamento dove Patricija Šulin, la parlamentare europea slovena del Partito democratico (Sds), quello di Janez Janša per intenderci (ecco che spunta il padre) ha “assunto” quale suo assistente proprio il figlio di cotanto padre, l’aitante Žan Janša. E fin qui, anche se in molti in Slovenia potrebbero storcere la bocca in segno di disappunto, tutto “normale” (non fosse per l’innescarsi di un nepotismo di cattivo gusto).

Ma sta di fatto, come ha scritto il quotidiano di Lubiana Dnevnik, il nome di Žan Janša non è fin qui apparso nell’elenco degli assistenti degli europarlamentari, né sulla pagina della Šulin, né su quella dell’Europarlamento. Un anonimato che, secondo il Dnevnik, sarebbe stato chiesto dallo stesso Žan in quanto figlio di un detenuto politico fatto questo che costituirebbe una minaccia per lu stesso e per l’intero Europarlamento. Così il nominativo di Žan Janša lo si trova unicamente nell’elenco interno dei dipendenti del Parlamento europeo.

Sempre secondo il Dnevnik Žan Janša, inoltre, che prima di arrivare a Bruxelles aveva lavorato nella casa da gioco di Grosuplje prima e in una stazione di servizio poi, non avrebbe il titolo di studio necessario per assumere la carica di assistente. In Europa è richiesto il diploma di scuola superiore mentre, sempre secondo il quotidiano lubianese, Žan Janša avrebbe solo quello di terza media. In Europa gli assistenti guadagnano dai 2 ai 6mila euro al mese visto e considerato che ciascun europarlamentare ha un budget mensile a disposizione per i suoi collaboratori che ammonta a 21.209 euro.

In passato ci sono già stati casi di “nepotismo” ancor più conclamato. Miha Brejc, eurodeputato, mise a contratto la propria figlia nonché moglie dell’ex ministro degli Interni Gregor Virant. Ora non si possono più “assumere” i parenti più stretti, ma il giro di valzer, evidentemente, non si è arrestato. Ricordiamo che l’altra eurodeputata della Sds, Romana Tomc ha preso quale assistente una certa Maja Mikanec, guarda il caso moglie di Žan Janša. Insomma un intreccio alla “Beautiful” con risvolti da “Cento vetrine”. Anche perché la signora Mikanec ha già lavorato come assistente a Bruxelles dell’ex europarlamentare della Sds, Zofija Mazej Kukovi›, la cui figlia però aveva lavorato nel gabinetto de presidente del governo ai tempi del secondo esecutivo Janša.

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Jansa (al centro) con il suo tablet

E da Bruxelles dall’ufficio dell’eurodeputata Šulin fanno sapere a Rtv Slovenija che Žan Janša riveste ufficialmente il ruolo di assistente e che fin’ora ciò non era stato reso pubblico ma ora si sta provvedendo. Si precisa, inoltre, che gli assistenti che lavorano per la parlamentare europea Šulin sono tutte persone qualificate e che rispondono a tutti i parametri richiesti dalle normativ e e dai regolamenti dell’Europarlamento. «Contemporaneamente precisiamo - si dichiara - che la scelta dei propri collaboratori e un diritto discrezionale dell’europarlametare». Per quanto riguarda il figlio di Janez Janša, precisano ancora dagli uffici della Šulin, egli detiene tutte le qualifiche e referenze richieste dai regolamenti del Parlamento europeo per ricoprire il ruolo di assistente. Ma quali siano queste referenze l’ufficio della Šulin non lo ha precisato neppure a Rtv Slovenija. Šulin che si dice pienamente soddisfatta del lavoro di Žan Janša che gode della sua piena fiducia.

Alla fine si precisa che la pubblicazione sui siti ufficiali del suo nome è questione di giorni. Resta il dubbio se ciò sarebbe avvenuto se un quotidiano non avesse denunciato lo strano caso del signor Žan.

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