La “faida” renziana complica i giochi Pd
TRIESTE. La disponibilità del goriziano Diego Moretti a sfidare l’udinese Paolo Coppola per la segreteria regionale del Pd, ufficializzata ieri sera all’hotel Là di Moret di Udine, spacca i renziani e risveglia gli sconfitti al congresso nazionale. L’appello comune è all’unità ma, se i “rottamatori” non si metteranno d’accordo (Moretti, più di Coppola, pare unire i territori), bersaniani e civatiani potrebbero inserirsi nella corsa. Carlo Pegorer assicura che, tra i primi, «ci sono energie, intelligenze, risorse che possono diventare anche elemento di condivisione».
La candidatura del consigliere regionale isontino in risposta all’autocandidatura di Coppola è emersa, come anticipato dalle parole di Franco Brussa sul Piccolo, nel coordinamento dei Comitati per Renzi. «Mi sono reso disponibile dopo aver sentito un certo consenso ma senza esasperazioni – spiega Moretti –, e nella consapevolezza che non si tratterebbe di un impegno facile, perché ho trovato di buon senso la relazione del segretario Renzo Travanut. Da un lato un equilibrio territoriale da tutelare, dall’altro la necessità di un collegamento politico per il gruppo in Regione, senza che ciò significhi appiattirsi sulla presidente». Le prime reazioni arrivano da Trieste. Di fatto aprendo le porte a Moretti o ad altri amministratori locali, il deputato Francesco Russo boccia l’ipotesi Coppola: «Come detto a chi ha richiesto una mia disponibilità, dare un forte segnale di discontinuità col passato significa anche evidenziare che fare bene il parlamentare è incompatibile per tempi, energie e “logistica” con il ruolo di segretario regionale, tanto più a un passo dal voto in ben 132 Comuni». Precisando di rifuggire ogni campanilismo, Russo aggiunge: «Credo vada accolto l'invito di Travanut a valorizzare le competenze della realtà giuliana». Di una possibile candidatura triestina parla anche il consigliere comunale Aureo Muzzi: «Si deciderà a breve. È in ogni caso prioritario favorire la dialettica interna di un partito che privilegia unità e rappresentanza di tutto il territorio». A sostenere Moretti potrebbero esserci alcuni consiglieri regionali (il capogruppo Cristiano Shaurli rimane al momento alla finestra), parte dei renziani di Udine che non ha digerito l’autocandidatura di venerdì scorso e pure democratici pordenonesi. «Premesso che sono per una soluzione condivisa - dice il senatore Lodovico Sonego -, chi sceglie di fare il parlamentare ha già preso un impegno significativo con 60 milioni di italiani. Varrebbe la pena essere di parola».
Nulla che sembri spaventare Coppola, presente ieri sera, fa sapere, «perché mi hanno invitato». Ma, prosegue, «il coordinamento dei Comitati ha agito in campagna elettorale, dopo di che Matteo Renzi ha detto, e non per scherzo, che le correnti vanno rottamate e le vecchie dinamiche archiviate». Ancora più esplicito: «Nulla vieta alle persone di riunirsi, ma chi ha dato una mano alle primarie non può pretendere ora di passare all’incasso. Spero che la mia candidatura possa risultare unitaria ma, così non fosse, non sarà una tragedia: le primarie, quando si interpretano come confronto e non come lotta, fanno bene al Pd». Ne è convinto anche Ettore Rosato che invita a evitare «le contrapposizioni territoriali». Quanto ai nodi politici, l’ex assessore della giunta Honsell evidenzia: «Certamente il mio ruolo di deputato rende più complicato fare anche il segretario, ma credo di aver già dimostrato una buona capacità organizzativa e di costruzione di una squadra affiatata e competente. Le dinamiche territoriali? Ci sono, vanno pesate, ma non devono rappresentare un ostacolo a priori».
Prime schermaglie verso il 16 febbraio che coinvolgono anche le altre correnti del Pd. «Le divisioni sarebbero poco comprensibili e danneggerebbero l’azione della giunta», avverte Marco Rossi, coordinatore dei Comitati per Civati, auspicando un «percorso unitario». «Ci aspettiamo che l’area renziana faccia una proposta che abbia quello spirito perché solo così si può costruire, come sostiene per prima Serracchiani», aggiunge il consigliere regionale Enzo Martines. Ci fosse invece una frattura? «Ci ragioneremo». E così faranno i bersaniani. «Nel rispetto del risultato del congresso nazionale – sottolinea Pegorer – restiamo fedeli alla linea di una candidatura condivisa che si impegni a rafforzare il Pd sul territorio e a sostenere l’operato della giunta regionale».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo