La Fabbrica tabacchi fa gola ai cinesi: obiettivo mercato Ue
POLA. La Fabbrica tabacchi orgoglio e vanto dell’economia rovignese, istriana e croata in genere, sta per passare in mani straniere nell’ambito delle strategie del Gruppo Adris che intende cedere il business delle sigarette. L’acquirente più accreditato sembra la China Tobacco Corporation che sta già monitorando la gestione della fabbrica per e si attende che entro 30 giorni presenti la sua offerta vincolante sull’acquisizione dell’azienda. Lo scrive il quotidiano croato Jutarnji list dicendo che al momento non ci sono informazioni sul prezzo dell’operazione.
La direzione dell’Adris prevede che il passaggio delle consegne avverrà entro il prossimo mese di luglio. Se dovesse andare in porto, sarà una delle maggiori vendite di un’azienda croata a un proprietario straniero. Attenzione, non si esclude l’arrivo di un’offerta anche da parte della Japan International Tobacco che nello scorso autunno aveva manifestato interesse all’acquisizione. Come stabilito all’ultima assemblea degli azionisti, la condizione base per la cessione della fabbrica sarà che la produzione di sigarette venga mantenuta nel reparto di Canfanaro e che il ricavato della vendita venga investito negli altri settori di attività del Gruppo Adris, ossia turismo, maricoltura e assicurazioni. Condizione proposta dal presidente della direzione e azionista di maggioranza Ante Vlahovi„ in contrapposizione a quella dell’azionista n° 2 Plinio Cuccurin che spingeva per la vendita incondizionata al miglior offerente. Dopo l’assemblea Cuccurin ha lasciato la direzione del Gruppo Adris mantenendo però il pacchetto azionario che gli frutta annualmente dividendi per oltre un milione di euro.
Ma perché tanto interesse per la fabbrica tabacchi istriana da parte dei Cinesi? Gli esperti del settore spiegano che la China National Tobacco Corporation leader nel mondo con l’utile di 16 miliardi di dollari all’anno, intende incrementare la sua presenza nell’Unione europea e in questa parte d’Europa in generale e mettersi così in concorrenza con la Philipp Morris, la British American Tobacco, la Japan International Tobacco e la Imperial Tobacco. (p.r.)
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