La ex Banca d’Italia al miglior offerente

Niente più gara d’asta, basta una proposta di vendita per la prestigiosa sede di via Codelli (valore di mercato 2,2 milioni)
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Banca d'Italia ©Foto di Roberto Coco
Bumbaca Gorizia Banca d'Italia ©Foto di Roberto Coco

Non più un advisor. Ma una normale proposta di vendita, per giunta senza base d’asta. La Banca d’Italia riprende con una strategia tutta nuova il suo programma di vendite immobiliari. E riguarda proprio Gorizia.

Scompare il prezzo

a base d’asta

In pratica, la sede della Banca d’Italia di via Codelli verrà venduta al miglior offerente, sempre che il prezzo venga ritenuto congruo.

Via Nazionale aveva avviato il piano di dismissioni nel 2010 nominando un “advisor” e provando, con una serie di aste, a cedere i palazzi delle trentasette filiali chiuse (fra queste Gorizia) tra il 2008 e il 2009 quando governatore era Mario Draghi. La strategia dell’offerta massiva con le aste non ha però pagato e il contratto con l’advisor internazionale non è stato più rinnovato. Ora, invece, si dà slancio alla nuova strategia di vendite gestite direttamente dalle struttura della Banca.

Il potenziale acquirente verrà selezionato sulla base delle regole e dei valori di congruità fissati all’interno dell’Istituto con la collaborazione di esperti indipendenti nonché tenendo conto delle informazioni acquisite sul soggetto interessato. In altre parole, si procederà alla valutazione delle manifestazioni d’interesse presentate direttamente alla Banca oppure pervenute a seguito della pubblicazione di avvisi di vendita. L’aspirante compratore farà un’offerta al buio e solo dopo la raccolta di tutte le offerte in busta chiusa, il venditore fisserà un prezzo di base “congruo”.

Due gioielli

in vendita

Nella nostra città vengono messi in vendita due edifici, entrambi situati in via Codelli: il primo è del 1910 e si compone di due appartamenti, il secondo è un complesso immobiliare di interesse storico-artistico composto da due edifici, di cui uno adibito, un tempo, a sede proprio della Banca d’Italia.

Le manifestazioni d’interesse sono attese entro metà gennaio. Si tratta di immobili di alto pregio, in molti casi anche di interesse storico e artistico, molto ben inseriti nel contesto urbano che li ospita in cui rappresentano un riferimento per le comunità locali.

Opera dell’architetto Girolamo Luzzatto, l’edificio è ancora perfettamente conservato, grazie a una certosina opera di manutenzione ordinaria, nonostante la chiusura (datata 2007) della filiale goriziana dell’istituto di credito nazionale. Costruito all’inizio del secolo scorso, il palazzo è la sintesi dell’anima austroungarica e di quella italiana di Gorizia, per la presenza di elementi mutuati dalla Secessione austriaca ma anche dall’eclettismo italiano di fine Ottocento. La sua eleganza, con il rosa dell’intonaco che fa risaltare nella luce il bianco dei fregi, è rimasta intatta, a dispetto del tempo che passa, e delle rughe che spuntano qua e là, sull’imponente facciata. La vegetazione è curata e sembra di essere di fronte a un palazzo in esercizio, utilizzato, vivo. Chiaro l’intento di non far degradare quello che resta un patrimonio importante, sia per la Banca d’Italia, sia per la città.

Nel passato, andarono deserte due aste. In entrambi i bandi, le basi d’asta rimasero sostanzialmente invariate: per aggiudicarsi il palazzone che un tempo ospitava gli uffici goriziani di Bankitalia (oltre all’alloggio del custode, posizionato sul retro) era richiesto un esborso di 2,2 milioni di euro, mentre per l’abitazione del direttore la base d’asta era stata fissata a 900mila euro. Ma i due tentativi di vendita non furono fortunati e non portarono all’auspicata vendita degli immobili.

Le cronache dell’epoca rivelano che a Gorizia qualche timido interessamento era pervenuto: un privato e un immobiliarista si erano fatti informalmente avanti per i due lotti, senza tuttavia che l’interesse sfociasse effettivamente nella formulazione di un’offerta concreta.

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