La doccia fredda della crisi Sèleco irrigidisce il fronte delle istituzioni
Le istituzioni triestine rispondono con la cautela alla richiesta di aiuto di Maurizio Pannella, presidente della Sèleco appena ammessa al concordato preventivo. Le voci del sindaco Roberto Dipiazza e del presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale Zeno D’Agostino vanno quasi all’unisono: «Prima la società risolva i suoi problemi, poi si vedrà». Ricordiamo la vicenda.
Nei giorni scorsi Pannella conferma che «l’azienda si trova in temporanea difficoltà, a causa del ritardato inizio della produzione di televisori», e annuncia l’imminente presentazione di un piano di ristrutturazione del debito al Tribunale. Si appella alle istituzioni locali per avere accesso rapido al magazzino ex Wärtsilä in cui dovrebbe partire la produzione. Pannella ha anche chiesto al presidente Fvg Massimiliano Fedriga «la stessa attenzione che altri investitori hanno ricevuto da parte di Friulia». L’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Bini non pare però essere a conoscenza del caso, al omento, anche se assicura che commenterà «nei prossimi giorni».
Diverso è il caso del sindaco Roberto Dipiazza, che la questione ce l’ha ben presente: «Pannella deve prima risolvere le sue cose e poi potrà rivolgersi alle istituzioni. Quando sarà tutto a posto potremo parlare, anche perché non ci sono certo problemi di spazio: ci sono 70 mila metri quadrati di magazzini vuoti in zona franca pronti alla Wärtsilä. Una volta che si sarà conclusa questa vicenda, la città sarà a disposizione».
Il presidente dell’Autorità portuale di sistema Zeno D’Agostino concorda nel ritenere che prima Sèleco debba risolvere le proprie “magagne”, e che poi possa chiedere sostegno economico alle realtà locali: «Penso che avranno dei problemi per conto loro. È il caso che trovino una soluzione, prima di tutto».
D’Agostino risponde anche alle critiche del presidente della società, che lamentava un ritardo nell’accesso all’area ex Wärtsilä: «Leggo che criticano le tempistiche, ma queste sono quelle di cui abbiamo sempre parlato fin dal principio. Le conoscono bene. Nel frattempo ci sono anche numerose soluzioni intermedie, e anche di queste sono a conoscenza. Hanno anche Samer che può fare da potenziale operatore... Insomma: ci sono tutte le condizioni per poter avviare le attività. Ma prima devono risolvere i problemi attuali».
Maurizio Marcon è il segretario generale della Fiom del Friuli Venezia Giulia, e da sindacalista pordenonese ha seguito in prima persona le vicende della Sèleco. Dei fatti degli ultimi giorni non è informato ma, sottolinea, «non mi sorprendono. Direi che me l’aspettavo». Questo il commento sul passaggio dell’azienda oltre Tagliamento: «L’iniziativa era stata presentata in pompa magna anche a Roma un anno e mezzo fa. Avevano cercato radicamento qui per poi andarsene senza risultati. Avevano anche avviato iniziative ad effetto come sponsor di squadre di calcio, il Pordenone incluso».
Dopodiché erano spariti dai radar, commenta Marcon, salvo ricomparire a Trieste qualche tempo dopo: «Dicevano di voler portare lì la loro attività, da allora li abbiamo persi di vista».
Gli addetti ai lavori fanno sapere che fin dal principio Sèleco era molto interessata agli strumenti messi a disposizione dalle istituzioni regionali come sostegno alle imprese. Un interesse che, evidentemente, resta vivo anche in questo momento di difficoltà. —
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