La diaspora dem alimenta la sfida a cinque di Ronchi
RONCHI DEI LEGIONARI. Cinque gli aspiranti alla carica di sindaco. Dieci le liste che li sostengono e che raggruppano 172 candidati. La più giovane è Giulia Novelli, classe 1998, figlia di Enzo, indimenticato primo cittadino dal 1988 al 2001. A farle da contraltare, per la cronaca, Giovanni Claudio Puntin, che, con i suoi 79 anni, è il candidato più “datato”. Ronchi dei Legionari si prepara a eleggere il tredicesimo sindaco dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Due sono volti nuovi della politica, ma a caratterizzare la campagna elettorale è sicuramente la contrapposizione tra due ex alleati che, da dieci anni a questa parte, hanno governato assieme la città.
Da una parte, infatti, ecco che a chiedere il voto ai 10.024 ronchesi aventi diritto è il vicesindaco uscente, Livio Vecchiet, sostenuto dalla lista civica di cui fa parte ormai dal 1993, ovvero Insieme per Ronchi, ma anche dai Cittadini contro la fusione, che prendono spunto dalla vittoria referendaria, nel giugno scorso, contro il “matrimonio” con Monfalcone e Staranzano e da Amici per Ronchi, una lista che, senza utilizzare alcun simbolo di partito, racchiude al suo interno iscritti e simpatizzanti di Autonomia Responsabile, Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Dall’altra parte della barricata troviamo Enrico Masarà, consigliere comunale e già assessore alle Politiche sociali e alla Polizia locale, dimessosi nell’agosto scorso per protesta contro le affermazioni del sindaco, Roberto Fontanot, che aveva messo in luce le sue assenze dalle riunioni della giunta e che viene “spinto” oltrechè dal suo partito, il Pd, anche da Ronchi a sinistra, lista che si ispira a Sel-Sinistra Italiana, anche da Ronchi partecipa e Insieme, storia a futuro.
Quello con il sindaco uscente Fontanot, accusato dai dem di voler passare armi e bagagli con il centrodestra e in particolare Autonomia Responsabile di Renzo Tondo alle prossime regionali, è ormai una battaglia totale con il Pd.
Nel mirino, con un botta e risposta prolungato, in particolare il capogruppo dem in Consiglio regionale, Diego Moretti, ma non sono mancati gli “strali” dell’ex primo cittadino anche verso Debora Serracchiani e l’assessore Paolo Panontin.
Corrono da soli altre tre candidati. Si tratta di Lorena Casasola, l’unica donna alla griglia di partenza, sostenuta dal Movimento 5 Stelle, di Giovanni Degenhardt, candidato sindaco di Ronchi Viva, una “lista civile” che, al suo interno, raccoglie numerosi commercianti e rappresentanti del ricco tessuto associazionistico ronchese. E poi c’è Luigi Bon, consigliere comunale uscente sostenuto da Sinistra per Ronchi-Rifondazione comunista.
Quella che si sta vivendo a Ronchi dei Legionari è una campagna elettorale molto diversa dal solito. Ed è proprio la spaccatura creatasi all’interno di quella che è ormai un'ex maggioranza di governo a essere la “novità” di questa competizione. Dal Pd, bersaglio di pesanti critiche del primo cittadino uscente, sono usciti in queste settimane due esponenti imporanti, come l’assessore all’Informatizzazione e alle Politiche giovanili, Elena Cettul e il consigliere comunale Lucio Aiani, per molti anni presidente della locale Pro Loco.
L’oggetto del contendere sta proprio nella mancata volontà a indire primarie di coalizione e, poi, nella designazione di Masarà, scelto dopo che il collega di giunta, Gianluca Masotti, gradito anche agli ex compagni di cordata, aveva declinato l’invito.
Corre per la seconda volta da solo Bon che, nel 2011, era entrato nell’esecutivo guidato dall’allora sindaco, Livio Furlan, dimessosi solo pochi mesi dopo in disaccorto con la decisione di applicare l’addizionale Irpef. L’esponente della sinistra radicale, fra le altre cose, è pronto a togliere la dicitura “dei Legionari” e preferirebbe quella “dei Partigiani”.
Sono volti nuovi, come detto, la pentastellata Casasola e Degenhardt che pur sottolineando, in occasione del recente confronto organizzato dalle Acli, la difficoltà ad essere vincente, ha voluto ricordare come sia giunto il tempo di capire meglio come funziona la macchina comunale. Un segnale chiaro, a partire dalla discesa in campo di neofiti della politica, su come ci sia qualche febbrilazione fra i residenti...
Riproduzione riservata © Il Piccolo