La destra riunita nel ricordo di Almirante
Le diverse anime della destra triestina riunite nel ricordo di Giorgio Almirante. Era gremita ieri pomeriggio la sala Oceania della Marittima, per la manifestazione dedicata alla figura dello storico leader e fondatore del Movimento Sociale Italiano, nei cento anni dalla nascita. Di nuovo seduti fianco a fianco molti volti noti della destra locale che negli anni, dopo la sua disgregazione, hanno imboccato percorsi politici differenti.
Tutti in piedi quando risuona l'Inno di Mameli. Poi è il momento degli interventi: tra i relatori c’è Roberto Menia, coordinatore di Fli, che, al momento della presentazione viene accolto da una serie di fischi. In platea qualcuno grida “traditore”. Ci vuole l'intervento di donna Assunta Almirante, cui la sala riserva invece un'ovazione, per riportare la calma. «Chiedo rispetto per chiunque si trovi in questo luogo» - ha tuonato -. «Dobbiamo avere il coraggio di saper perdonare anche chi ha commesso degli errori e ha deciso di andare per la propria strada. In questa sala si respirano amore e concordia: siamo tutti qui per ricordare la figura di un uomo che ha fatto moltissimo per la destra e la speranza è quella di trovare altre persone che possano ripercorre i suoi successi».
Ed è proprio la vedova di Almirante a dare la parola a Menia: «Davo per scontato che più di qualcuno mi avrebbe accolto in questo modo» - ha attaccato l'esponente di Fli -. «Posso anche aver sbagliato, ma ho sempre fatto delle scelte in piena libertà e con grande coerenza per evitare che degli interessi personali prevaricassero quelli generali del Paese». Poi il quadro dell'attuale momento vissuto dalla destra. «Siamo di fronte a una grande incognita e una grande incompiuta» - ha aggiunto Menia -. «Almirante ha saputo tenere uniti tutti i filoni della destra e poi con An è arrivato il momento di massimo splendore: l'errore è stato quello di scioglierla, perdendo così un patrimonio di uomini e battaglie. L'orizzonte è sconfortante ma credo che la destra, come un fiume carsico, un giorno saprà riemergere».
In precedenza il duro intervento di Sergio Giacomelli, storico esponente Msi: «Come diceva Almirante con gli avversari si può discutere, ma con i traditori no» - ha affermato Giacomelli -. «Lo dico senza polemiche: non si può, come fanno certi preti, andare a dire messa prima da una parte e poi dall'altra: i seguaci di Fini, che un giorno ha dichiarato che avrebbe fatto il partigiano, se oggi sono venuti qui nel ricordo di Almirante hanno sbagliato posto. Molti si riconoscono in quella destra, ma poi quello che conta è come si agisce politicamente: a essere fondamentale è l'unità nelle idee».
A spezzare una lancia a favore di Menia ci ha pensato Sergio Dressi: «Non si può fischiare una persona che ha dato tanto alla destra triestina», parlando poi del futuro: «L'unica speranza è proprio quella di riprendere l'insegnamento di Almirante e di ricompattare un movimento che porti il suo nome» - ha ribadito Dressi -. «È questa l'univa via per ricostruire una destra forte, credibile e sociale». Infine Alessia Rosolen, esponente di Un'Altra Trieste: «Oggi la destra è erosa dai personalismi e si appiattisce su posizioni portate avanti da altri» - ha annotato -. «Siamo qui per ricordare un uomo simbolo di un partito, capace di tenere unite idee profondamente diverse tra loro: quello che manca oggi è proprio la concezione di partito vero ed è da qui che bisogna ripartire».
Pierpaolo Pitich
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