La delusione dei benzinai senza più clienti: «Dicevano mai più in Slovenia, poi l’esodo»

La categoria in ginocchio chiede più incisività alla politica: «Di là sono più veloci e astuti. Così noi non siamo competitivi»
Bumbaca Gorizia 18.06.2020 Benzinaio Massimiliano Diana © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 18.06.2020 Benzinaio Massimiliano Diana © Foto Pierluigi Bumbaca

Francesco Fain

Un crollo. Che rischia, questa volta, di avere le sembianze del colpo di grazia per un’intera categoria già in difficoltà cronica.

La benzina e il gasolio a un euro al litro in Slovenia ha finito con alimentare l’esodo dei goriziani nelle stazioni di servizio d’oltreconfine. Con il risultato (ovvio e prevedibile) che, “di qua”, sono davvero in pochi a rifornire la propria vettura. Non solo. Si è rimesso pure in moto il meccanismo, stracollaudato, per cui chi “espatria” approfitta anche per acquistare stecche di sigarette, pane, carne e tanto altro.

E mentre a Gorizia il dibattito su nuova Zona Franca, Zese, Zes, Zls (e chi ne ha più ne metta) continua con tremila attori differenti (da Forza Italia alla Lega, al Pd, al M5s e ad altri soggetti politici) ma senza risultati apprezzabili immediati, in Slovenia adottano in quattro e quattr’otto una misura “attira-italiani” con il carburante a un euro. È chiaro che la velocità decisionale, in questo caso, è fondamentale visto che parliamo di categorie già provate, da anni, dagli effetti della caduta del confine e della fiscalità di svantaggio. Ma siamo qui a raccontare la solita storia. Trita e ritrita.

Fulvio Lovisini, titolare della stazione di servizio Esso di via Lungo Isonzo Argentina, è disincantato, pienamente attento nel percepire l’intima essenza della questione. Ne ha viste troppe in questi anni. «Come sta andando? Come prima. Ma non serviva essere scienziati per prevedere che le cose si sarebbero rimesse in questo modo. Nei giorni scorsi, ho parlato con clienti che non vedevo da parecchio tempo. Hanno giurato che mai sarebbero tornati in Slovenia a fare il pieno, visto il trattamento da “appestati” ricevuto con il ritorno delle reti al confine. Invece, con la benzina a un euro, tutti si sono dimenticati del recentissimo passato, tranne qualcuno».

Il guaio, sottolinea Lovisini, è che c’è una velocità di esecuzione diversa fra Italia e Slovenia. «Loro sono stati astuti con questa mossa. Non si sono lasciati andare a chiacchiere ma hanno subito tagliato i prezzi diventando stracompetitivi». E dire che, qualche giorno fa, Lovisini aveva anche esposto l’avviso “Verde esaurita”. «Non riuscivo nemmeno a ordinare un rifornimento con il camion che il prodotto andava esaurito. In un mese, abbiamo recuperato i due mesi di stop. Ma ora siamo punto e capo».

Non cambia molto il trend nell’attività di Massimiliano Diana, accanto all’Auditorium della cultura friulana. «Siamo tornati a contare i passeri che volteggiano in cielo - allarga le braccia il suo dipendente -. Tutto è tornato tristemente come prima». Oggi la benzina, grazie al contingente scontato regionale, si aggira attorno all’euro e 20 centesimi, più o meno come il gasolio. Prezzi che non possono essere competitivi con l’euro praticato a Nova Gorica e Sempeter Vrtojba.

Secondo Vincenzo Traficante della stazione di servizio di via Trieste, le cose - se possibile - stanno andando «molto male, peggio ancora di prima, peggio di quando l’emergenza Covid-19 non era scoppiata. Cosa volete che vi dica? Purtroppo, non abbiamo politici così... reattivi. Visto che la situazione era prevedibilissima, ci si poteva attivare per mettere in piedi almeno un’iniziativa d’emergenza per tutelare sia la nostra categoria sia i consumatori. Anche perché non si colpiscono solamente i titolari delle stazioni di servizio ma anche i tabaccai, i supermercati, tutte le categorie che scontano una pressione fiscale assai più pesante rispetto a quella che grava sui colleghi di là».

È da troppi anni che si parla del corto circuito procurato dalla fiscalità di svantaggio ma, ad oggi, nessuna soluzione concreta si è vista. Solo chiacchiere e spot. —

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