La Curia triestina chiude dopo 46 anni la materna Armida Barelli

L’annuncio il 10 gennaio di don Paolo Rakic. A casa 30 bambini e 5 dipendenti della cooperativa Orsa I genitori si ribellano: «Una vicenda poco chiara. Paghiamo il prezzo di una speculazione edilizia»
Lasorte Trieste 14/01/13 - Viale Terza Armata 22, Asilo
Lasorte Trieste 14/01/13 - Viale Terza Armata 22, Asilo

La Beata Vergine del Soccorso non offrirà più “asilo” ai bambini a partire dal 30 giugno prossimo. La decisione di chiudere la scuola materna Armida Barelli di viale Terza Armata è stata comunicata ai genitori dei trenta bambini e al personale (5 persone) il 10 gennaio dal parroco don Paolo Rakic. Una scelta che mette fine a storia di 46 anni. La scuola materna è nata il 14 ottobre del 1967 grazie alla generosità di una facoltosa famiglia triestina. L’annuncio di giovedì scorso è l’epilogo, come scrive un genitore, di una brutta vicenda «caratterizzata da mala gestione, abusi edilizi e false promesse». Tutti con la benedizione della Parrocchia della Beata Vergine del Soccorso e quindi della Curia di Trieste. La scuola è da anni che subisce progressive mutilazioni. Un cantiere aperto e mai chiuso. Il giardino è ormai completamente inagibile, E ieri, in concomitanza con il ritorno del grande freddo, si è spento di nuovo il riscaldamento. Trenta bambini al freddo con lo sfratto a giugno oltre a 5 persone (due maestre, due inservienti e una cuoca) il cui futuro ora diventa molto incerto. Ai genitori è stato consegnato il modulo per l’iscrizione alle scuole comunali (dove come si sa i posti abbondano e le liste di attesa sono solo chilometriche). Ai dipendenti non è stata data speranza. La cooperativa sociale lombarda Orsa (grandi per i piccoli è il suo slogan) sarà costretta a licenziali non avendo altre strutture a Trieste dove collocarli. La denuncia arriva da un genitore arrabbiato. «Il fine di creare e mantenere la scuola efficiente e funzionante è stato lo scopo di chi l'ha voluta e gestita per quasi 50 anni - scrive Francesco Guadagno -. Da alcuni anni a questa parte purtroppo l'istituto ha subito delle opere di "ristrutturazione" finalizzate a ridurne le dimensioni per ricavarne degli appartamenti da mettere in vendita». Una speculazione edilizia senza fini di lucro. E qui si è messa di mezzo la Soprintendenza che ha contestato la conformità della ristrutturazione ai vincoli e ha bloccato i lavori. Qualcuno, che chiede l’anonimato, racconta di rosoni tagliati a metà e di caminetti murati. Uno scempio “no profit” su un edificio di tre piani. «Oggi, senza prima interpellare il personale docente e i genitori, a metà anno scolastico .- continua il genitore - sono iniziati i lavori di demolizione e di ripristino dell'originario aspetto dell'edificio. Il giardino, solitamente utilizzato da bimbi e maestre, è ora deturpato e inagibile». Il finale è tragicomico. La parrocchia, non avendo i soldi per ripristinare l’edificio com’era, ha deciso di chiudere la scuola. «A nome di tutti, - conclude Guadagno - chiedo che si dia ascolto in quella sede alle parole di chi presto si troverà senza lavoro e senza scuola per i propri figli, per far luce su una torbida vicenda». I primi a dovere delle risposte è la Parrocchia Beata Vergine del Soccorso e il parroco don Paolo Rakic, rappresentante legale della scuola. Casualmente ieri non era disponibile.

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