La crociata di Monfalcone: una città senza eternit
Monfalcone punta a diventare una città senza amianto. L’impegno viene espresso dall’assessore all’Ambiente, Gualtiero Pin, proprio in coincidenza con la “due giorni” a Venezia dedicata alla seconda Conferenza governativa sull’amianto. Il ministro Corrado Clini ha fornito i dati della fibra-killer: 40mila siti censiti in Italia registrano rilevanti tracce di eternit, di cui almeno 400 importanti dal punto di vista della contaminazione. E ancora: 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture sono ancora da bonificare. Il tutto, a fronte di 16mila mesoteliomi maligni rilevati in Italia dal 1993 e il 2008. Con il Friuli Venezia Giulia, secondo il Quarto rapporto Inail nazionale, a porsi tra le prime tre regioni d’Italia in fatto di incidenza di esposizione all’amianto e malattie asbesto-correlate. Sono solo alcuni elementi significativi scaturiti a Venezia, senza contare il fronte giudiziario nel riconoscimento delle responsabilità e il tema legato al risarcimento dei danni.
Sulla bonifica, intanto, Monfalcone si pone quale realtà pilota. Basti ricordare interventi quali la demolizione dell’ex ospedale di via Rossini, caratterizzato da impianti in eternit, e l’azione di bonifica in corso, a buon punto, nell’area delle Terme romane.
L’assessore Pin osserva: «La riqualificazione della città, che non ha più quella crescita disordinata degli anni Sessanta, per la quale siamo impegnati, deve rappresentare anche l’occasione per mettere mano con ulteriore determinazione alla rimozione dell’amianto. La bonifica, infatti, costituisce un caposaldo per l’amministrazione comunale». Pin ricorda peraltro che proprio recentemente la giunta ha emesso un bando unico, attingendo alla legge 28, mettendo a disposizione dei cittadini di Panzano circa 200mila euro per eliminare l’eternit, ma anche per intervenire sulle facciate degli immobili. «Certo - aggiunge l’assessore Pin - una cosa è la bonifica delle zone residenziali, per la quale ci sono percorsi specifici in ordine al reperimento dei finanziamenti, altro sono le aree industriali e pubbliche per le quali gli interventi diventano ben più complessi e onerosi sotto il profilo della sicurezza ed economico». L’assessore parla altresì di una sorta di “carta regionale” e di una “mappatura” dei siti di amianto, al fine di «promuovere questo tema e spingere nella ricerca di risorse finanziarie».
L’assessore Cristiana Morsolin, che ha seguito la “due giorni” a Venezia, affronta un altro aspetto. «Secondo il Quarto rapporto nazionale dell’Inail, la nostra regione risulta tra le prime tre in Italia in fatto di incidenza legata all’esposizione e allo sviluppo delle patologie da amianto. La Basilicata ha attivato da tempo tre Centri per l’amianto, uno regionale e due provinciali. Il Piemonte, dopo aver avviato un Centro regionale di riferimento, ne ha costituito uno di carattere socio-sanitario e un altro inerente la bonifica dell’eternit. Si tratta di spunti interessanti, di esperienze già avviate che potrebbero esserci di aiuto nel realizzare un Centro di riferimento tarato sul territorio monfalconese. L’osservatorio - aggiunge - è ormai inderogabile. È necessario poter dare risposte chiare sul piano assistenziale e di accompagnamento, fornendo un percorso sistematizzato e noto a tutti, non solo ai malati e ai loro famigliari. Altro elemento forte emerso alla Conferenza - conclude - è la richiesta di un coordinamento nazionale per poter dare linee uniformi alle regioni».
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