La crociata della prof. che vuole insegnare a studenti e a politici il corretto uso dell’italiano
TRIESTE È in atto da più parti la cosiddetta igiene delle parole. Si stanno cimentando scrittori e non solo nel tentativo di recuperare il senso vero di termini spesso usati a sproposito.
Nella galassia dei social si sono perse buone maniere e l’uso corretto delle regole che innervano la nostra bella lingua.
Tra i più tenaci guerrieri nella lotta al recupero dell’italiano uno posto di primo piano spetta alla scrittrice Andrea Marcolongo.
L’ultimo suo libro in ordine di pubblicazione, “Alla fonte delle parole”, è da non perdere per evitare di smarrirsi nei non senso del comunicare. Massimo Cacciari, nel firmare tre anni fa l’appello al Ministero dell’Istruzione e alla Presidenza del Consiglio contro «l’incapacità degli studenti di scrivere correttamente in italiano» ha detto che «se un ragazzo non sa scrivere non saprà neppure divulgare le sue idee». Si leva da più parti la denuncia della difficoltà diffusa tra gli studenti nel comporre.
Anni fa la Ca' Foscari, a Venezia, istituì un corso di lingua italiana per studenti laureandi. Tale era la difficoltà loro nella strutturazione della tesi di laurea. Non poteva restare impassibile a tale situazione una delle docenti di lettere più apprezzate nel Monfalconese: Adelaide Briguccia. Grazie ai suoi metodi innovativi e divertenti, è riuscita nell’impresa di colmare di parole appropriate e regole chiare lo zaino di studenti che all’italiano davano del Voi, segnando in tal modo una distanza e non una forma di rispetto. «Tanto - si diceva da queste parti - per andare a lavorare in cantiere non serve saper scrivere».
Adesso Briguccia passa dall’analisi all’azione. «Data la mia lunga esperienza e i risultati positivi ottenuti in questo settore - spiega la professoressa - ho deciso di incidere ancora sulla nuova generazione. Così apro il mio studio all'esame gratuito delle composizioni scritte di studenti maturandi, perché possano prendere atto dei difetti delle proprie composizioni e degli strumenti didattici adeguati a correggerli».
Per contattarla adelaidebriguccia@gmail.com.
Adelaide Briguccia non è una docente qualunque. A cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, all’epoca insegnante alla scuola media Giacich (sezione maschile) mise a punto un metodo molto efficace per far digerire la lingua italiana anche agli studenti più riottosi. Compresi quelli che alle elementari, alla voce i come imbuto leggevano i come piria, termine dialettale che indica, appunto, l’imbuto. Con pazienza e sempre con un rassicurante sorriso stampato sul suo bel viso, Briguccia era capace di insinuarsi anche negli animi più intricati per trovare quella luce che avrebbe acceso bimbi confusi facendoli diventare uomini consapevoli di sè, compresi i difetti. Allo scientifico in tanti anni di insegnamento ha perfezionato il suo sistema. Adesso che è in meritata pensione, dopo una parentesi di impegno politico che non la deve aver entusiasmata, ecco che la professoressa Briguccia si rimette in gioco per aiutare i maturandi, ma non solo, a non sprecare sapienza solo perché balbettano con l’italiano.
Corsi, quelli di Briguccia, aperti e anzi consigliati ai politici, pure quelli locali, che spesso bisticciando con le parole finiscono per bisticciare con gli avversari. —
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