La crociata degli ambientalisti contro il porto di Monfalcone: "Ci danneggia"
Il sindaco Cisint: «Esagerazioni». Casotto (Cgil): «Da loro contrarietà su tutto. Servono invece investimenti»
DUINO L’antefatto: gli ambientalisti di Duino Aurisina hanno presentato e depositato in Regione osservazioni alla variante localizzata del piano regolatore portuale di Monfalcone. Ebbene nei testi, infarciti da ampio corredo di documenti, si è detto che è in contrasto con il Piano paesaggistico regionale, dove si sancisce la tutela delle zone umide. Che è invasiva della «linea di veduta», con «significativi effetti negativi sulla percezione del paesaggio» pure da punti di osservazione molto lontani come i castelli di Miramare e Duino. E «pericolosa» per l’equilibrio naturale dell’area.
Il gruppo “verde” di Duino, Salute e Ambiente, capitanato da Danilo Antoni, il responsabile, ha pertanto chiesto la definizione del Documento di pianificazione strategica di sistema (Dpss), poiché «per lo sviluppo della portualità dell’Alto Adriatico è basilare istituire una struttura compatibile con la crescita di Trieste e dell’entroterra». E infine proposto – qui il punto dolente, che ha scatenato la viva reazione della Cgil e dell’amministrazione monfalconese – di «riformulare gli indirizzi, in modo da considerare il porto di Monfalcone un sito di importanza secondaria».
Un declassamento? «A2A non si può fare, il pirogassificatore non si può fare, il porto non si può fare, ma allora cosa si deve fare? E soprattutto – ribatte Thomas Casotto, segretario generale della Cgil – dove va a mangiare la gente? Non mi risulta che il terziario sfami le famiglie in Italia. E un paese senza industria non sta in piedi». Tranchànt, ma «realista». «Oltretutto – prosegue Casotto – non solo non sono all’evidenza simili possibilità, figuriamoci un declassamento, ma anzi si sollecita uno sviluppo. Nessuno dice di non tutelare fauna e ambiente: siamo in democrazia e ognuno può dire quel che pensa. Ma Regione e Comune si stanno muovendo in senso opposto a questa proposta duinese». Per il sindacalista, comunque, il rischio di un depotenziamento di Portorosega c’è, ma non per le istanze degli ambientalisti. «Lo scalo rischia di diventare non secondario, ma di finire al terzo, quarto posto – arringa – se non si investe, se non si fanno le infrastrutture. Perché i riflessi occupazionali della crisi dettata dall’emergenza sanitaria si faranno sentire ad autunno. Ne abbiamo già sentore».
Un punto su cui si sofferma anche il sindaco Anna Cisint: «L’implementazione dei traffici è per noi essenziale. Bisogna scavare i fondali e dare opportunità agli operatori, anche in termini di minori spese per portare avanti le attività, infatti ho scritto al ministro per chiedere l’elettrificazione del porto. Nello stesso tempo, ogni giorno sollecito la Regione per ottenere la zona logistica semplificata, che renderebbe fiscalmente e burocraticamente più vantaggioso trattare i traffici qui, e Fedriga mi ha detto sì. Io sono un piccolo sindaco, ma se ne avessi il potere queste cose sarebbero già fatte». La prima cittadina ricorda che «con Amburgo, Varna, Saint-Nazaire e Livorno si sta andando verso la direzione dello smooth port, ovvero lo scalo a sensibile riduzione di emissioni CO2», ma «bisogna essere di questo mondo: Portorosega deve offrire opportunità di posti di lavoro, queste esagerazioni degli ambientalisti non vanno mai bene». «Anche perché – conclude – c’è stata la più ampia partecipazione nella stesura della variante localizzata, comprese le associazioni verdi. È stato un percorso condiviso, con intese a livello regionale e di Autorità di Sistema». Una delle rare volte, peraltro, in cui si è formato, in aula, un inedito asse Lega-Pd, con quest’ultimo schieramento, all’opposizione, a votare la variante in aula con la maggioranza. In ballo, c’erano infatti i posti di lavoro.
Oltre ai verdi, comunque, si muovono anche esponenti dell’amministrazione. In Seconda commissione la presidente Chiara Puntar, dopo un confronto con l’assessore all’Ambiente Massimo Romita, ha chiesto sia mantenuta «l’attuale dinamica degli ingressi per lo scalo» e che «non vi siano movimentazioni con ripercussioni negative sulle attività ludico sportive e amatoriale» locali. «Esprimiamo perplessità – ha ribadito – circa l’ipotesi di un’escavazione così profonda che comporterebbe effetti negativi sull’ambiente e lungo la costa, con potenziali rischi di modificazioni dei flussi acquei e degli habitat toccati». –
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