La Croazia va a sinistra, Zagabria a destra
ZAGABRIA. Trionfo del Partito socialdemocratico (con qualche battuta d’arresto) al ballottaggio delle amministrative in Croazia, voto caratterizzato ieri da scarsa affluenza alle urne, non superiore al 40 per cento. Quello che è l’erede del Partito comunista jugoslavo, e cioè lo schieramento diretto dal premier Zoran Milanovic, ha avuto ragione degli avversari nelle maggiori città del Paese - Fiume, Spalato e Osijek - ma ha dovuto alzare bandiera bianca in diverse contee e nella capitale, in quella Zagabria feudo del sindaco uscente Milan Bandic, un tempo socialdemocratico ed ora indipendente con il sostegno (prossimo) della Comunità democratica croata o Accadizeta, partito di centrodestra. Stando ai primi risultati ufficiosi, Bandic è stato riconfermato primo cittadino di Zagabria con il 65 per cento dei consensi. Al candidato socialdemocratico Rajko Ostojic è toccato il 33%. La corsa alla prima poltrona di sindaco ha dato ragione ai socialdemocratici Vojko Obersnel (Fiume), Ivo Baldasar (Spalato) e Vukovar (Zeljko Sabo). I socialdemocratici hanno guardato con attenzione quanto si è verificato in Istria, dove a “salire sul ring” per la carica di presidente della Regione sono stati Valter Flego della Dieta democratica istriana e il transfuga dei regionalisti, Damir Kajin, che aveva l’ appoggio della compagine di Milanovic. Quest’ ultimo ha retto alquanto bene il confronto (42%), ma alla fine ha dovuto ammettere la sconfitta, superato dal candidato dietino (55,4%), che per i prossimi quattro anni sarà il governatore dell’Istria. Tornando ai cimenti per la carica di sindaco, Fiume “la rossa” si è schierata dalla parte di Obersnel, che ha piazzato un eloquente 68 per cento e continuerà a capeggiare l’amministrazione cittadina per un altro quadriennio, dopo aver iniziato nell’ormai lontano Duemila. Il candidato dell’Accadizeta, Hrvoje Buric, non è andato più in là del 30% dei suffragi. Interessante rilevare che Fiume ha indossato la maglia nera in fatto di assenteismo, con un’adesione ai seggi davvero bassa: intorno al 25 per cento.
A Pola affermazione del dietino Boris Miletic (59,5%) che ha sconfitto il candidato socialdemocratico Pedja Grbin. Tra le sorprese più grande del secondo turno va annoverato senz’altro il successo del socialdemocratico Ivo Baldasar (54,6%), che subentra così al controverso imprenditore Zeljko Kerum, superato già a al primo turno. Il ballottaggio ha visto la sconfitta dell’accadizetiano Vjekoslav Ivanisevic, che alla vigilia del voto era convinto di potercela fare. Stupore a Osijek, capoluogo della Slavonia, dove l’indipendente Ivica Vrkic (con appoggio dei socialdemocratici) ha battuto il regionalista Kresimir Bubalo, che i sondaggi davano per favorito. L’ambiziosa Accadizeta non è riuscita a strappare la carica di sindaco ad Andro Vlahusic (Partito popolare con appoggio socialdemocratico), che ha ottenuto il 61% delle preferenze, mentre a Teo Andric (Hdz) è andato il 36%. A Zara gran rientro a palazzo comunale dell’ex ministro della Marineria e Trasporti, l’accadizetiano Bozidar Kalmeta (56,8), impostosi sul socialdemocratico Ivan Bilic. Le votazioni di ieri sono state caratterizzate da violazioni del silenzio elettorale.
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