La Croazia sconfessa i mutui in franchi svizzeri

BELGRADO. Una vittoria che potrebbe rivelarsi storica. Un vero trionfo, quello di migliaia di clienti delle banche in Croazia, migliaia di piccoli Davide che sono riusciti ieri a sconfiggere Golia. Non sono termini esagerati per descrivere la conclusione – ancora non definitiva, ci sarà appello – della querelle giudiziaria che ha contrapposto per mesi otto colossi bancari presenti in Croazia a decine di loro clienti che, negli anni passati, avevano acceso mutui denominati in franchi svizzeri.
Un passo indietro per comprendere gli aspetti salienti della questione. Nel luglio 2012, in rappresentanza di oltre 100mila cittadini croati, l’associazione per la protezione dei consumatori “Potrosac” aveva portato in tribunale la Zagrebacka Banka (gruppo UniCredit), la Privredna Banka (gruppo Intesa SanPaolo), Erste, Raiffeisen e Hypo Bank, l’ungherese Otp, la Splitska Banka, controllata dal colosso francese Societe Generale, e Sberbank. L’accusa dell’organizzazione per la difesa dei consumatori, che le banche nell’ultimo decennio avessero deliberatamente “disinformato” i propri clienti sui rischi dell’accendere mutui in franchi, una moneta più che stabile almeno fino allo scoppio della crisi del 2008. Rischi collegati alle possibili fluttuazioni della moneta svizzera e al tasso d’interesse variabile applicato.
In pratica, illustra un rapporto dell’Ong “Franak”, «più di centomila croati hanno debiti legati al franco svizzero, con 75mila mutui accesi per l’acquisto di un’abitazione. In alcuni casi le rate per la restituzione dei prestiti sono salite dal 35% fino al 100%» a causa dell’apprezzamento del franco post- 2008 e di aumenti del tasso d’interesse decisi a tavolino dalle banche, sottolinea l’agenzia di stampa croata “Hina”.
Un bel problema per i clienti delle banche, che non erano stati informati del rischio di accendere mutui in franchi e i cui diritti così «sono stati calpestati» anche attraverso un «cambio del tasso d’interesse in maniera non trasparente», hanno confermato ieri i giudici del tribunale commerciale di Zagabria, la corte che ha preso la storica decisione. Un comportamento, quello degli istituti di credito, «contrario alla legge per la protezione dei consumatori» e che dovrà essere accuratamente evitato in futuro, hanno aggiunto i giudici.
Per le banche, che sicuramente presenteranno appello contro la sentenza, si apre ora la prospettiva di dover rimborsare le “vittime” dei crediti in franchi svizzeri. Secondo l’autorevole rivista specializzata “Banka”, le banche interessate dovranno infatti presto aprire i cordoni della borsa - rinegoziando i contratti di mutuo verso i clienti, questa volta da denominare in kune - incamerando perdite forse per 2-3 miliardi di euro, è la stima di “Banka”. Ma la guerra è solo all’inizio, con le banche nel mirino che rigettano le accuse. In appello sarà battaglia.
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