La Croazia risarcirà gli stupri di guerra
ROMA. Tardi. Però alla fine la legge arriva. E sana - almeno dal punto di vista giuridico - uno dei crimini più odiosi legati al conflitto jugoslavo del 1991-95: gli stupri di guerra. Da ambo i lati. Il parlamento croato ha infatti approvato a larga maggioranza (86 sì e 3 astenuti) una serie di misure per compensare le donne che hanno patito violenze: un risarcimento una-tantum di 13mila euro, un vitalizio nonché l'assistenza sanitaria, psicologica e legale. Che potrebbe spingere ora molte vittime a farsi avanti e reclamare giustizia nei tribunali. «La legge cambierà la mia vita dal punto di vista finanziario ma soprattutto mi farà sentire nuovamente un essere umano».
Ana Horvatinec ha 66 anni e nel novembre del 1991 lei e sua figlia vennero ripetutamente stuprate dai soldati serbi dopo la caduta di Vukovar. «La giustizia - dice dopo 20 anni passati in terapia - non può essere solo una parola». A farle eco è Dubravka Jagodic, 52 anni. Ruoli rovesciati, violenza fotocopia. Lei serba, fu obbligata a spogliarsi da un soldato croato che puntava la pistola alla tempia del figlio; suo marito venne ucciso. «Nessuna somma di denaro - dice oggi - può compensare quello che ci è successo: desidero solo che giustizia sia fatta».
L'intento è proprio questo. «Esorcizzare le proprie sofferenze attraverso una legge di questo tipo è senz'altro un passo avanti», commenta Marijana Senjak, psicologa che da sempre lavora con le donne coinvolte nel conflitto. «Si tratta di una pagina davvero oscura delle guerre degli anni Novanta».
Che il mestiere della pacificazione sia un processo continuo e paziente, da non dare mai per scontato, lo dimostra poi la protesta di un gruppo di veterani di guerra croati, che, come abbiamo riportato nell’edizione di ieri, ha visto momenti tesissimi, al limite dello scontro con la polizia. Sono d'altra parte oltre 220 giorni che gli ex soldati manifestano davanti al ministero per i Veterani, con una “acampada” di tende modello indignados.
Chiedono maggiori diritti e l’altra notte sono arrivati a barricarsi nella chiesa di San Marco, situata tra il parlamento e la sede del governo. In una conferenza stampa il premier scialdemocratico, Zoran Milanovic, ha chiesto ai veterani di guerra di dialogare, ma ha anche accusato le opposizioni di centro-destra e la presidente della Repubblica di essere all'origine della protesta con lo scopo di destabilizzare le istituzioni e il governo. I circa cento ex combattenti e invalidi di guerra autori della sortita hanno alla fine accettato l'offerta del premier di avere a stretto giro una riunione con lui e i suoi collaboratori. Il mestiere della pace continua.
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