La Croazia in Area Schengen nel 2020

Slitta di un anno l’abolizione dei confini. Plenković a Merkel: Serbia-Kosovo, rischioso modificare i territori
epa06978504 German Chancellor Angela Merkel (R) and Croatian Prime Minister Andrej Plenkovic (L) during a joint presser after a meeting at the Chancellery in Berlin, Germany, 28 August 2018. The two leaders were reported to have discussed mainly bilateral issues. EPA/HAYOUNG JEON
epa06978504 German Chancellor Angela Merkel (R) and Croatian Prime Minister Andrej Plenkovic (L) during a joint presser after a meeting at the Chancellery in Berlin, Germany, 28 August 2018. The two leaders were reported to have discussed mainly bilateral issues. EPA/HAYOUNG JEON

ZAGABRIA Ancora una stagione di code al confine tra Slovenia e Croazia. Zagabria, infatti, come emerso dopo l’incontro a Berlino tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il primo ministro croato Andrej Plenković, dovrebbe entrare a far parte dell’Area Schengen nel gennaio del 2020 (non come fin qui annunciato nel 2019) quando proprio Zagabria assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea. Un anno dopo, ha annunciato ancora Plenković, la nuova legislatura avvierà anche l’iter per l’ingresso nell’Eurogruppo.

Sono stati i confini dunque uno dei temi principali discussi nella capitale tedesca dai due leader. E nei Balcani puoi, più o meno, discutere liberamente di tutto, ma quando pronunci la parola “confine” lo scenario diventa immediatamente buio e, come scriveva Miroslav Krleža: «Quando nell’osteria dei Balcani si spengono le luci scattano i coltelli». E che l’atmosfera sia questa ancora quasi 28 anni dopo la fine della guerra che ha insanguinato l’ex Jugoslavia lo ha dovuto pensare anche la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine del suo incontro a Berlino con il premier croato Andrej Plenković.

Perché di confini si è inevitabilmente parlato e su vari piani. Innanzitutto i due hanno esaminato la questione aperta con la Slovenia, guarda caso proprio sulla definizione dei confini marittimi e terrestri tra i due Paesi e ai quali nulla ha giovato neppure una sentenza della Corte arbitrale internazionale dell’Aja. Ma Merkel ha precisato come simili problemi la Croazia li abbia anche a Est con la Bosnia-Erzegovina. Tante parole, tante opinioni inserite nel fondamentale Processo di Berlino per i Balcani occidentali ma, per ora, nulla di definitivo. Emblematico però, su quanto il tema confini sia ancora un tabù in questa regione lo dimostrano le parole di Plenković relative al nodo Kosovo e al presunto “scambio” di territori tra Belgrado e Pristina. «Noi non saremo in prima fila - ha detto a fianco della Merkel durante la conferenza stampa - tra quelli che sostengono un cambiamento dei confini, perché tale problema potrebbe poi palesarsi anche altrove».

Da un punto di vista strettamente bilaterale Merkel e Plenković hanno confermato gli ottimi rapporti in corso tra i due Paesi e hanno annunciato a breve la firma dei rispettivi ministri degli Esteri di un Progetto di azione che comprende, tra gli altri, settori quali la politica europea, l’energia, la cultura e la cooperazione parlamentare. Plenković ha ricordato che la Germania è il primo partner commerciale della Croazia con un interscambio che ammonta a 5,2 miliardi (2017). Germania che è anche uno dei maggiori investitori in Croazia visto che nei primi 25 anni di indipendenza del Paese ex jugoslavo ha investito oltre 3,1 miliardi di euro. —
 

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