La Croazia “cancella” più di 240mila serbi

La mossa del ministero degli Interni verso quelle persone che non hanno denunciato la residenza attuale nei termini di legge
Un'immagine della guerra in Croazia
Un'immagine della guerra in Croazia

TRIESTE. Non solo confini. I problemi bilaterali tra Serbia e Croazia sono molteplici e molto complessi. Se Zagabria chiede a Belgrado di fare luce sulle migliaia di desaparecidos durante la Guerra patria (1991-1995) e rivuole i beni culturali trafugati durante il medesimo conflitto, la Serbia risponde chiedendo il conto relativo alle abitazioni dei cittadini croati di nazionalità serba distrutte. Non c’è una contabilità precisa in merito ma il numero si aggira tra le 6mila e le 8mila case solitamente bruciate o fatte esplodere durante la guerra. Abitazioni che sono state devastate non solo nelle aree belliche (leggi krajine serbe) ma anche in zone come Zara, Bjelovar, Osijek, Karlovac, Spalato e Sisak.

Il bubbone è esploso dopo un’interrogazione rivolta al premier croato Zoran Milanovi„ nel corso di un question time al Sabor (Parlamento) da parte del leader del Partito democratico indipendente serbo (Sdss), Milorad Pupovac il quale ha chiesto al primo ministro se la Croazia si assumerà alla fine la responsabilità di questi, come tutto mostra, attività terroristica e se indennizzerà coloro i quali hanno subito simili atti.«Purtroppo siamo ora noi a dover rimediare a fatti che sono accaduti molto prima del nostro avvento - ha risposto Milanovi„ - la Croazia è stata attaccata e sono successe molte cose ma assicuro che lo Stato si comporterà in modo uguale riguardo a tutti i suoi cittadini. Faremo di tutto per aiutarli. Serve pazienza. Siamo attivamente impegnati a risolvere questa questione». A fronte della “caccia al serbo” in voga negli anni Novanta in Croazia molti serbi sono fuggiti, altri, si parla di circa 2mila persone, anni dopo hanno depositato denunce e cause nei tribunali croati. E lì sono rimaste, lettera morta.

Ma c’è di più. Entro la fine del 2014 scadeva il termine per coloro che hanno la carta d’identità croata e quindi anche i profughi di certificare la loro temporanea non residenza in Croazia, ma alla fin fine le autorità di Zagabria hanno appurato che sono quasi 250mila le persone che non hanno regolarizzato il proprio status. Ed è di questi giorni la notizia che il ministero degli Interni della Croazia ha praticamente cancellato 254mila persone che non hanno denunciato nei termini di legge la propria residenza attuale. Di questi 47mila vivono a Zagabria, 26mila nella contea di Spalato e Dalmazia e più di 24.300 nella contea di Osijek e della Baranja. Come confermato al Jutarnji list dal presidente dell’Associazione dei profughi serbi, Miodrag Linta, di questi cancellati circa 240mila sono per l’appunto di nazionalità serba.

Molti profughi serbi ora anche farebbero ritorno a quel che resta delle loro case ma se vogliono ristrutturarle hanno bisogno di avere in tasca la carta d’identità croata che è stata loro appena strappata d’ufficio.

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