La crisi Wärtsilä approda in Regione: «Serve un tavolo»
Non mancava che la Wärtsilä. Dopo Electrolux, Ideal Standard, Ferriera, Sertubi si apre un altro tavolo di crisi a livello regionale. La più grande industria di Trieste è scesa in piazza ieri: uno sciopero di otto ore e un presidio in piazza Oberdan, davanti al palazzo del Consiglio regionale. Lo sciopero ha avuto un’adesione quasi totale («il 95%» sostengono i sindacati). E in 300 si sono presentati al presidio a sostegno dell’audizione ottenuta ieri dalla seconda Commissione consiliare permanente. «Oltre ogni nostra aspettativa» dice Fabio Kanidisek della Fim Cisl. Le Rsu della Wärtsilä Italia hanno presentato alla Commissione le possibili ricadute occupazionali del nuovo piano industriale, un esubero in Italia di 130 lavoratori. Nello stabilimento triestino lavorano 1.150 dipendenti e nell'indotto circa 400. Negli ultimi tre anni c'è già stata un'importante riorganizzazione che ha portato alla chiusura di tre basi (Messina, Palermo e Civitavecchia). «L'azienda produce utili, non è in crisi e il piano - spiegano le Rsu - risponderebbe a logiche di natura strettamente finanziaria». La richiesta alla Regione è di aprire un confronto con i vertici italiani di Wärtsilä. Le Rsu hanno chiesto di poter incontrare a breve la giunta regionale, possibilmente prima dell'incontro con i vertici aziendali fissato per il 4 aprile. «Mi sono impegnato - dichiara il presidente della seconda Commissione Alessio Gratton - a inviare una nota alla giunta evidenziando la necessità di un incontro urgente con i sindacati, nonché a convocare un'audizione con il presidente e amministratore delegato di Wärtsilä Italia, Sergio Razeto che è anche presidente di Confindustria Trieste».
Il nodo da affrontare è quello della crisi. «Nonostante i 130 esuberi annunciati – spiega il capogruppo di Sel, Giulio Lauri - l’azienda non sta attraversando un momento di crisi ed è quindi imprescindibile un momento di confronto per capire quali nuove produzioni Wärstilä vuole insediare e che cosa la Regione può mettere sul tavolo delle trattative».
«Quello di Trieste è il principale stabilimento Wärtsilä in Italia e a livello europeo, - spiegano i consiglieri regionali del M5S Cristian Sergo e Ilaria Dal Zovo -. Siamo di fronte a un piano industriale lacunoso e molto generico. L'unica cosa certa sono infatti i posti di lavoro da tagliare. Wärtsilä non è in crisi, vuole semplicemente aumentare i propri utili sulla pelle dei lavoratori».
Un tavolo sulla Wärtsilä dovrebbe aprirsi anche a livello nazionale. «Ampia disponibilità ad aprire un tavolo di confronto» sono le parole del ministro del Lavoro Giuliano Poletti in risposta a una interrogazione del deputato M5S Walter Rizzetto. «Nonostante l’apertura dimostrata dall’esecutivo nazionale, non è stata adottata alcuna iniziativa per tutelare i lavoratori - spiega però il deputato grillino -. Lo stabilimento di Trieste va difeso con tutte le forze. Non c’è più tempo da perdere. Il ministro Poletti deve adottare immediati provvedimenti per l’esame della situazione occupazionale della Wärtsilä Italia con i vertici dell’azienda e le parti sociali».
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