La crisi fa bestemmiare Ferone in aula
di Gianpaolo Sarti
TRIESTE
Lo sfogo di un attimo. Luigi Ferone perde le staffe e si lascia andare in una bestemmia. In Consiglio, a microfono acceso. Un’uscita del genere, nel massimo consesso legislativo regionale, da quanto risulta non avrebbe precedenti. In un’aula istituzionale in cui, peraltro, è appeso un crocifisso. L’imprecazione dell’esponente dei Pensionati, partito del Gruppo Misto in forza alla maggioranza di centrodestra, passa quasi inosservata ai più: è tarda mattinata ma l’aula deve ancora carburare, tanto che si contano più le sedie vuote che quelle piene. Ferone va su tutte le furie dopo un botta e risposta con Angela Brandi. L’assessore al Lavoro era stata incalzata sui provvedimenti intrapresi in tema di lavori socialmente utili, per i quali Ferone chiedeva chiarezza. In particolare sui requisiti relativi all’età. Il consigliere, insoddisfatto delle parole di Brandi, alza all’improvviso i toni criticando il limite di 36 anni fissato per accedere all’iniziativa regionale. «Bisogna capire le condizioni di chi a 58 o 59 anni resta senza lavoro – afferma irritato Ferone – a me sembra che qui fino a 36 anni si hanno diritti e poi si può anche crepare». E poi l’imprecazione, mentre gli cadono i fogli di mano dall’agitazione. Proprio quando sta entrando il presidente della Regione Renzo Tondo. Il vice-presidente del Consiglio regionale Annamaria Menosso (Pd) richiama subito il consigliere ma non prende altri provvedimenti. «Il consigliere si è scusato e io l’ho ripreso – chiarisce Menosso – altro non era necessario fare visto che il regolamento prevede l’espulsione solo in caso di turbativa della seduta». Ferone ribadisce le sue scuse ma non molla: «Per me è importante la gente che muore di fame, mentre qui si discute dei massimi sistemi». Tra i più indignati Franco Codega (Pd): «Non è accettabile, la bestemmia è volgare e irrispettosa. Un consigliere non può perdere il controllo in quel modo». Il capogruppo dell’Udc Edoardo Sasco parla di «fatto isolato che può capitare. Ma comunque non ammissibile». Danilo Narduzzi, capogruppo della Lega Nord, non dà troppo peso: «Se Ferone si è scusato l’incidente è chiuso». La giornata di ieri è quasi interamente dedicata al voto sulla legge della giunta in materia di agevolazione all’accesso al credito per le aziende del Friuli Venezia Giulia. La norma, approvata grazie ai voti della maggioranza, semplifica il sistema di prestiti e garanzie regionali, e costituisce un sistema di governo unico per il credito. «Il prossimo passo sarà rimpinguare il fondo di rotazione per la piccola e media impresa in sede di assestamento di bilancio», annuncia l’assessore alle Attività produttive Federica Seganti. Soddisfatto il Carroccio che con Federico Razzini plaude a una legge «che taglia la burocrazia». Solo un primo passo, secondo il Pd. II gruppo, in una nota, avverte che la norma «rischia di essere un’operazione di facciata se non si trovano risorse aggiuntive. Perché attualmente giacciono senza risposta domande per un importo complessivo di oltre 20 milioni del fondo per l’artigianato e altrettanti 30 milioni per quello del commercio». Il consiglio, inoltre, accoglie la richiesta del Pd di mantenere la gestione dei fondi di rotazione in capo al Medio Credito del Fvg. In mattinata, invece, l’assessore alla Funzione pubblica Andrea Garlatti, interpellato da Franco Brussa (Pd), ha assicurato un potenziamento del Corpo forestale regionale con la prospettiva di assumere una ventina di persone. Fanno ancora discutere, inoltre, i sistemi di accesso ai mutui prima casa. Alessia Rosolen, consigliere di Un’Altra Regione, ha depositato un’interrogazione criticando il criterio di efficienza energetica che, in base alle nuove direttive, non dovrà essere inferiore alla classe F. «Penalizzano i più giovani», ha affermato l’ex assessore al Lavoro. L'assessore alle Infrastrutture Riccardo Riccardi ha spiegato che «l’obiettivo è andare incontro agli strumenti di efficienza energetica. E scegliere la F, classe molto bassa, serve proprio per favorire e non limitare l’accesso ai contributi».
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