La crisi entra nei parcheggi: Saba taglia 9 posti di lavoro a Trieste

La comunicazione ai sindacati: «Avviata una riduzione del personale in Italia». Cgil: «Qui la realtà più colpita. La trattativa sarà gestita a livello nazionale»
Di Giovanni Tomasin
sterle trieste 28 11 07 inaugurazione parcheggio campo san giacomo illy dipiazza
sterle trieste 28 11 07 inaugurazione parcheggio campo san giacomo illy dipiazza

Nove posti di lavoro a rischio nella sede triestina di Saba Italia, la società che gestisce diversi parcheggi in città. Il responsabile della filiale cittadina non commenta l’evento e rimanda alla direzione romana, ma la conferma arriva dai sindacati: «La comunicazione ci è arrivata via fax nei giorni scorsi - dice Renato Kneipp della Filt Cgil -. L’azienda si appresta a ridurre il personale a livello nazionale, ma Trieste è una delle realtà più colpite».

Saba è una società spagnola che opera in diversi paesi europei nonché in America meridionale. In Italia la società ha oltre 200 dipendenti, una trentina dei quali lavora nella sede di Roma. A Trieste Saba Italia ha un organico di 27 lavoratori e gestisce i parcheggi dell’Ospedale Maggiore, di via Giulia, del Silos in piazza della Libertà, di Foro Ulpiano, di Campo San Giacomo.

«Bisogna tenere presente che nella nostra città Saba ha installato una sala di controllo che opera su tutto il territorio nazionale - dice Kneipp -. Una struttura con 16 schermi, a loro volta suddivisibili in 32 piccole inquadrature, con cui sorvegliano anche i parcheggi nelle altre regioni. Soprattutto quelli che già oggi hanno un personale ridotto». Questo metodo di controllo è denominato “gestione remota”: un operatore distante osserva il parcheggio tramite videocamera e in caso di necessità contatta il personale in loco. «Saba Italia ha già manifestato la sua intenzione di incrementare l’uso della “gestione remota”», dice la Cgil.

Le ragioni che la società porta a sostegno della scelta di mettere personale in mobilità sono complesse, spiega Kneipp: «Ci comunicano di avere dei problemi dovuti ai ritorni economici contenuti di alcuni investimenti fatti - dice il sindacalista -. Saba si occupa sia di costruzione che di gestione dei parcheggi. Ora la crisi tocca anche questo comparto e, dicono, per fare un ragionamento economico in linea con le loro aspettative vogliono ridurre il personale». Valutazioni a cui probabilmente si aggiunge la possibilità tecnologica di gestire più parcheggi con meno dipendenti: la “gestione remota”, appunto.

L’esubero prospettato dall’azienda è di 36 persone a livello nazionale di cui nove, come detto, a Trieste: «Il problema in città è serio - afferma il sindacalista -: nove esuberi su un organico di 27 persone. Qui c’è una percentuale rilevante del totale dei lavoratori di Saba in Italia, più di un decimo, ed è qui che viene collocato quasi un terzo degli esuberi. L’azienda intende accedere alla mobilità e non usufruire degli altri ammortizzatori sociali che potrebbero essere messi in campo».

La partita della trattativa sindacale si svolgerà a livello nazionale: Saba è presente in sette regioni, sicché i sindacati andranno a mettersi al tavolo direttamente a Roma per gestire il problema nel suo complesso. Il tutto è complicato dal fatto che i dipendenti dell’azienda non sono stati assunti in base allo stesso contratto: gli esuberi si annoverano fra lavoratori del commercio, dell’edilizia, dei trasporti. «Un esempio di quanto sia diventato intricato il mondo del lavoro - dice Kneipp - e di quanto sia diventata difficile la trattativa».

L'obiettivo del sindacato è ridurre gli esuberi ma anche convincere la società a fare altre scelte diverse: «Vogliamo convincerli ad attingere ad altri strumenti per mantenere il rapporto fra lavoratore e l'azienda. La mobilità deve sempre essere lo strumento ultimo: prima ci sono i contratti di solidarietà e la cassa integrazione». Kneipp conclude auspicando un esito felice: «Vedremo come va. Finora abbiamo avuto pochissimi rapporti con questa realtà. La dirigenza è molto lontana da Trieste, non sappiamo come risponderà alle nostre proposte».

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