LA CRISI E LA SFIDUCIA
Il Presidente Napolitano ha dovuto ricordare che lo scioglimento delle Camere è l'atto istituzionale più impegnativo, più grave. Parole necessarie, di fronte a chi sa ripetere solo: al voto, al voto! L'ardore estremo con cui la richiesta è "urlata" appare incomprensibile, perché nessuno propone una continuazione a tempo indeterminato della legislatura. L'ipotesi sul tappeto è ormai solo un prolungamento di pochissimi mesi che permetta di modificare la legge elettorale del centrodestra, una legge che ha aumentato a dismisura instabilità e incertezza.
L'alternativa, insomma, è fra votare subito, con questa sciagurata legge, o fra pochi mesi ma con regole semplici e chiare, che pongano almeno argine alla frammentazione dei partiti e restituiscano agli elettori il diritto di scegliere fra i vari candidati. Fino a dieci giorni fa Berlusconi, Fini e Casini proclamavano a gran voce l'importanza delle riforme istituzionali. Fini e Casini, inoltre, continuavano a sottolineare la loro distanza da Forza Italia: dopo la "domenica del gazebo" Fini aveva sin affermato che la Casa della libertà era morta. Ora è tornato correndo all'ovile e sembra pensare più ai sondaggi che alle istituzioni. Che cosa è successo in questi dieci giorni?
Qual è il terremoto politico che ha portato non solo alla caduta del governo ma anche a un così drastico capovolgimento delle posizioni del centrodestra? Quale macigno ha interrotto l'ordinato procedere del dibattito e l'attuazione di una riforma elettorale auspicata da tutti? Nessun macigno, nessuna montagna, ci dicono le cronache, solo un triste topolino: indagini di polizia che hanno coinvolto il partito-famiglia di Clemente Mastella e alcuni dei suoi cari (in parte lui stesso). Una buona occasione per fare un passo indietro, in qualunque Paese civile: tutt'al contrario, lo statista di Ceppaloni si è precipitato al centro della scena politica, ha affondato la maggioranza che l'aveva portato in Parlamento, è diventato il deus ex machina di una rumorosa sceneggiata.
Il Carnevale, si sa, è il tempo del "mondo alla rovescia": e così i senatori dell'Udeur, nel momento stesso in cui tradivano la loro maggioranza, davano del traditore all'unico fra loro che manteneva gli impegni presi con i suoi elettori. Più volte però -se è lecita una citazione storica, puramente simbolica - il Carnevale ha visto anche l'insorgere di plebi esacerbate dall'arroganza dei potenti, e sarebbe prudente ricordarlo. Sempre a proposito di Carnevale, qualcuno dovrebbe anche rammentare agli esponenti del centrodestra la dilagante sfiducia di cui la politica è circondata: un recente sondaggio ha ipotizzato addirittura un 7% dei voti per una eventuale formazione politica promossa da Beppe Grillo.
Disorientamento dei cittadini. Cecità dei partiti del centrodestra, che ancora una volta si uniscono alla Lega di Umberto Bossi sul terreno della irresponsabilità. Debolezza estrema di quel che resta del centrosinistra. Eppure il mondo del lavoro ha fatto sentire in modo chiaro la propria voce, il proprio richiamo al senso di responsabilità.
Dalle associazione dell'industria e del commercio così come dai sindacati è venuta una forte richiesta di stabilità politica, condizione necessaria per proseguire quella ripresa economica che l'azione del governo Prodi ha alimentato, come ci confermano i dati di questi giorni e i giudizi positivi dell'Unione europea. Stabilità vuol dire in primo luogo una riforma elettorale che metta fine alla frammentazione, all'arbitrio, al potere di ricatto di gruppi ed esponenti politici (magari indagati). Le cronache ci dicono che il centrodestra sta affossando questa ipotesi: forse qualche elettore potrebbe ricordarsene.
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