La crisi dei meccanici e dei carrozzieri cancella un’attività su dieci nell’Isontino

Il prezzo più pesante lo paga la categoria degli elettrauto. Grendene (Confartigianato): «Non c’è ricambio generazionale»

GORIZIA Due elettrauto su dieci chiusi negli ultimi nove anni. La stessa sorte per un carrozziere su dieci. Anche i meccanici non sorridono (-4,9%) mentre i gommisti sono gli unici ad andare in controtendenza con le imprese cresciute del 12%. Ma questo piccolo exploit non rende meno amaro il bilancio di tutto ciò che è legato all’indotto dell’automobile con un decremento generalizzato di attività, dal 2009 al 2018, del 6,5%.

Questo è il prezzo della crisi. I goriziani, quelli che non hanno grandi disponibilità economiche, risparmiano anche sulle riparazioni. Diradano sempre di più i tagliandi periodici, si tengono le botte rimediate in parcheggio, molte volte “incerottano” pure i fanalini pur di non procedere con la sostituzione, esponendosi però al rischio di una bella multa.

I numeri dell’ufficio studi di Confartigianato (rielaborazione di dati Unioncamere-Stockview) disegnano un quadro di vera crisi. Giuliano Grendene, presidente regionale dei carrozzieri per Confartigianato, non nasconde le difficoltà. A cominciare dal fatto che le carrozzerie, nello specifico, non hanno ricambio generazionale. «Nessuno, nemmeno i dipendenti, vuole aprire un’attività autonoma. Vista l’aria che tira, c’è il timore di fare un buco nell’acqua, nonostante la professionalità e la serietà dei singoli artigiani». La categoria “paga”, poi, il calo degli incidenti stradali che è costante. «I prezzi dei ricambi - racconta Grendene - incidono tantissimo, così come gli importi delle vernici. C’è sempre meno lavoro. Prova ne sia che alla cena dei fornitori di fine anno eravamo sempre in 12. Oggi siamo rimasti in 6. E le riunioni di categoria, le facciamo assieme ai meccanici, perché siamo rimasti in pochi e i problemi sono comuni».

In più c’è la concorrenza di aziende nazionali che, sino a ieri, si occupavano della sostituzione dei vetri e oggi hanno allargato il raggio d’azione alle funzioni tipiche delle carrozzerie. Un problema (e un concorrente) in più.

«Ripeto un concetto che ho avuto modo di esprimere anche recentemente, commentando il calo dei sinistri stradali. Se quando capita un incidente di un certo rilievo, come quelli in autostrada, non resta altro che cambiare l’automobile, in città si registrano invece di solito piccoli schianti, per danni minori. E in questi casi - conclude Grendene - sempre più spesso le vetture non vengono nemmeno riparate: cinque volte su dieci, mediamente, i proprietari si tengono l’ammaccatura o i segni di una strisciata e rimandano l’appuntamento con il carrozziere a data da destinarsi».

E per trovare conferma di quanto va dicendo il rappresentante di Confartigianato basta tenere gli occhi ben aperti: osservando con attenzione il parco-macchine che “gira” per Gorizia, si possono notare tante automobili tutt’altro che immacolate o perfette. —


 

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