La Corte fa le pulci al Palazzo ma non scopre spese “folli”
TRIESTE. Non vanno più in macelleria e in gioielleria con i soldi pubblici. Non si comprano il treno di gomme invernali per l'auto, né sci e caschetti. Non vanno a Parigi, e nemmeno dal barbiere con i fondi di Palazzo. Niente computer, lavatrici, seggiolini per i bimbi, mazzi di fiori, soggiorni alle terme, bottiglie di vino, sciarpe e felpe: tutto rimborsato, solo pochi anni fa, nemmeno un centesimo dalla propria tasca. “Rimborsopoli” è alle spalle. Eppure, esaminati i rendiconti dei gruppi consiliari del Friuli Venezia Giulia, la Corte dei conti regionale non applaude, nemmeno stavolta. Anzi, in quattro pagine fitte di richiami, spiega che qualcosa non va, non come dovrebbe. Perché gli inquilini di piazza Oberdan, o i loro uffici, hanno l'abbonamento online ai quotidiani ma comprano i giornali cartacei, si avvalgono di alcune consulenze senza giustificarle nel dettaglio, dimenticano soprattutto la rigidità della burocrazia. Piccole cose, sia chiaro, rispetto all'uso “leggero” del denaro dei cittadini nella scorsa legislatura.
Le cose sono cambiate. Non solo perché l'opinione pubblica ha ora gli occhi molto attenti, ma anche perché l'aula ha cancellato i mega-fondi a disposizione degli eletti. I partiti Fvg devono infatti fare i conti con le nuove regole della legge 10/2013, che ha recepito il dl 174/2012 attuando il contenimento dei costi della politica sia sulle buste paga dei consiglieri sia sui finanziamenti ai gruppi. E così i contributi erogati nel 2015 (e non necessariamente tutti spesi), tra funzionamento e spese di personale, non vanno oltre i 436.373 euro totali tra i 193.353 euro al Pd, i 54.975 euro a Fi, i 47.921 euro al M5S, i 24.975 euro ad Ar, i 65.198 euro ai Cittadini, i 19.980 euro al Misto e i 14.985 euro a Sel e al Ncd.
Spulciando gruppo per gruppo, spesa per spesa, il quarto Collegio della Corte Fvg - presidente Carlo Chiappinelli, consigliere Giovanni Bellarosa, relatore Marco Randolfi - trova però qualcosa che non convince. E lo trasmette al presidente Franco Iacop dato che, si spiega nella deliberazione, si ritengono necessari «approfondimenti e integrazioni al fine di poter procedere alle valutazioni di competenza in ordine ai profili di irregolarità e carenze documentali». Richieste di chiarimenti arrivano a tutti gli otto gruppo del Consiglio. Si inizia con il Pd. I dem, rileva la Corte, hanno attivato l'abbonamento online ad alcuni quotidiani, e dunque non si comprende perché qualche eletto abbia acquistato copie delle edizioni cartacee. E, sempre in materia di giornali, in tre fatture ricevute dall'edicolante emergono altrettanti errori di calcolo. La magistratura contabile chiede inoltre al gruppo più numeroso spiegazioni sulle finalità istituzionali di incarichi di consulenza, studio e ricerca, sulle ritenute d'acconto per un lavoro occasionale, sulle spese per attività promozionali, di rappresentanza, convegni e aggiornamento. Dubbi anche sulle prestazioni pagate a professionisti, su un paio di eventi formativi, sul pagamento del personale: vanno giustificate in alcuni casi le differenze tra cedolini e compensi pattuiti. Pure i Cittadini vengono ripresi per aver comprato quotidiani cartacei pur se in possesso di abbonamenti on line. Andranno giustificate anche le spese per l'affitto di una sala di un hotel e l'assenza di documentazione attestante l'adempimento degli obblighi fiscali per le fatture di dicembre. Si prosegue con Sel, che dovrà spiegare correzioni e incongruenze sulla ricevuta di una consulenza, mentre Fi sembra aver peccato in alcuni passaggi amministrativi nei pagamenti del personale.
E ancora Ncd dovrà chiarire i compensi versati all'ufficio stampa e l'argomento di un convegno alla fiera di Pordenone e Autonomia responsabile, a sua volta, alcuni compensi per la comunicazione. Interrogativi, infine, sull'acquisto di dotazioni informatiche del Misto e sulle finalità di incarichi affidati dai grillini. Il M5S viene inoltre "segnalato" per aver versato ritenute con il modulo F24 in ritardo, e dunque con l'addebito di sanzioni, per la dubbia attinenza di alcune spese alle finalità istituzionali del gruppo, in particolare per un evento a Palmanova nel febbraio di un anno fa, e infine per la poca chiarezza dei beneficiari e delle ragioni dell'ospitalità nell'ambito del pernottamento degli ospiti dei vari incontri organizzati dal gruppo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo