La Corte dei conti bacchetta il Comune di Trieste
TRIESTE La Corte dei conti bacchetta il Comune di Trieste per il modo in cui vengono affidate le consulenze. Lo fa in occasione di un controllo relativo al regolamento sugli incarichi di collaborazione, studio, ricerca e consulenza per il 2013 e il primo semestre del 2014.
I dubbi insistono perlopiù sulle urgenze proclamate per affidare gli incarichi, sui metodi utilizzati per determinare l’entità dei compensi, sul possibile sottoutilizzo delle risorse interne, sulle consulenze reiterate alle stesse persone. Il documento ammonisce il Comune, invitandolo a introdurre regole più stringenti.
I casi nel centro del mirino sono sette. In origine erano nove ma su due la Corte ha ritenuto soddisfacenti i chiarimenti forniti dagli uffici. Restano i dubbi riguardanti gli altri. Osserviamoli secondo ordine. Il primo incarico sotto la lente è stato affidato dall’area Cultura e sport, in particolare dal servizio museale, e ha per oggetto «l’allestimento e la progettazione grafico-didascalica di due esposizioni, nonché la progettazione dei materiali di promozione».
Le possibili criticità sottolineate dalla Corte sono: «Nessun riferimento ad una previa verifica di assenza di professionalità interne all’ente; nessun riferimento alla congruità della spesa (5mila 100 euro); ripetuto affidamento di incarichi ad una sola persona». Risultano infatti altre due delibere simili per complessivi 6mila 440 euro allo stesso incaricato.
La seconda consulenza riguarda sempre i musei, e ha per oggetto «incarichi occasionali di ricerca e redazione schede tecniche e scientifiche di materiali e di progettazione e cura di un’esposizione dedicata al disegno satirico». Le criticità sono: «Ricorso non giustificato all’affidamento fiduciario; nessun riferimento alla congruità della spesa (28mila euro circa)».
Il terzo documento riguarda ancora una volta i musei. Si tratta di un «incarico occasionale finalizzato all’allestimento del Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez». Le criticità si ripetono: la Corte punta l’indice sull’affidamento fiduciario ingiustificato, sulla mancanza di riferimento alla congruità della spesa (15mila 358 euro), sull’«affermata occasionalità dell’incarico, di durata in apparenza trimestrale».
Il quarto intoppo riguarda invece l’avvocatura comunale, è un incarico di rappresentanza e difesa del Comune, protratto nel tempo. Le possibili criticità sono: «Riferimento generico ad impossibilità di utilizzare le risorse interne disponibili, benché il Comune abbia un ufficio legale; nessun riferimento alla congruità della spesa; estensione o proroga dell’affidamento diretto».
Il quinto caso tocca i musei scientifici e ha per oggetto uno studio sulla possibile valorizzazione della collezione del Lloyd triestino. Le criticità sono il ricorso «non giustificato» all’affidamento fiduciario, la consueta assenza di riferimenti alla congruità della spesa (30mila euro complessivi) e «l’urgenza dichiarata in assenza di riscontri specifici».
Gli ultimi due incarichi sono stati affidati dalla pianificazione urbana (riguardano un parere legale sugli incentivi alla riqualificazione energetica e la redazione dello studio geologico del Prg). Le criticità sono per entrambi la possibilità di ricorrere a risorse interne, nel caso del parere legale la congruità della spesa (8mila 881 euro), nel caso dello studio geologico il «surrettizio ricorso a procedure previste per l’appalto di servizi».
Sulla base di questi esempi la Corte dei conti trae delle conclusioni generali a cui il Comune risponde. Ma l’amministrazione si concentra anche sui singoli casi. Sul fronte dei musei, il sindaco Roberto Cosolini ricorda che «gli incarichi operativi fanno parte della sfera autonoma della dirigenza, e non entrano in alcun percorso decisionale degli organi politici».
Al loro riguardo il sindaco rimanda quindi alle considerazioni generali. Passiamo all’avvocatura: «L’ufficio è composto da tre avvocati dipendenti dell’ente sottoposti a un numero enorme di procedimenti nei campi più svariati. Si confrontano sempre con specialisti. Ecco perché si è fatto ricorso all’avvocato Oreste Danese (deceduto l’estate scorsa), la cui collaborazione era riconosciuta da tutti come indispensabile e preziosa».
L’assessore all’Urbanistica Elena Marchigiani interviene sul Piano regolatore: «Il nostro Prg è uno dei pochi a livello nazionale a esser fatto quasi esclusivamente con risorse interne. Il parere legale l’abbiamo richiesto perché si trattava di un tema complesso e la nostra avvocatura non aveva modo di trattarlo. La relazione geologica è stata affidata in massima trasparenza: ricordo che la variante 118 di Dipiazza era incappata nel ricorso dell’ordine dei geologi proprio perché era stata realizzata internamente».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo