La corsa più difficile di Rita “la guerriera”. «È uscita dal coma ma rimane grave»
TRIESTE Le buone notizie sono arrivate subito nella prima mattinata di ieri: le condizioni di Rita Giancristofaro, residente a Trieste ma di origini abruzzesi, tra i feriti nel crollo del ponte Morandi, sono in lieve miglioramento. Ma non solo. Subito dopo, dall’ospedale Galliera, dove è ricoverata in Rianimazione, si è saputo che la 41enne, agente immobiliare e appassionata di corsa, è stata risvegliata ed estubata. «È cosciente di ciò che le accade attorno», ha sottolineato Giuliano Lo Pinto, direttore sanitario del nosocomio.
A quattro giorni dal disastro che ha choccato l’intero Stivale, portandosi via 38 vittime, e facendo registrare una ventina di feriti con l’incognita di cinque dispersi, questa novità ha suscitato un respiro di sollievo in tutti coloro che conoscono Rita Giancristofaro. A partire dalla famiglia, arrivata dall’Abruzzo il giorno dopo la tragedia.
Rita doveva continuare la propria vacanza assieme al suo compagno Federico Cerne, massofisioterapista dell’Alma pallacanestro Trieste. Pernottavano ad Albissola Marina (Savona), da amici di famiglia di lui. Visto il brutto tempo, poco prima che avvenisse il disastro, avevano pensato di andare a visitare l’Acquario. La scelta presa nel giorno sbagliato. In un attimo si sono ritrovati nell’alveo del Polcevera, dopo un volo di circa 50 metri a bordo della loro Golf blu.
Per fortuna a salvarli ci ha pensato subito un poliziotto. Proprio l’altro ieri si è presentato a Villa Scassi, dove si trova Cerne, per raccontare la dinamica dell’incidente al padre dell’uomo ma soprattutto per sapere come stavano i due giovani. Sono stati tra i primi a essere estratti dalle macerie della struttura, opera di architettura e ingegneria degli anni Sessanta, oggetto di contenzioso tra governo giallo verde e la concessionaria Autostrade per l’Italia.
Cerne, che era già vigile il giorno di Ferragosto, cioè all’indomani del crollo, non sa nulla ancora di quello che gli è accaduto. Ieri doveva essere trasferito in Ortopedia, ma i medici per precauzione non lo hanno ancora spostato, lasciandolo in Rianimazione. «Vogliono tenerlo sotto controllo - spiega il padre Mauro Cerne -. Ma è lucido, stabile come ieri. Ora aspettiamo delle evoluzioni». I famigliari, e in particolare appunto il padre, accorso nel capoluogo ligure la sera del 14 agosto stesso, hanno preferito per il momento non comunicargli nulla su quanto successo. Nemmeno sulle condizioni di Rita, ben più grave di lui. Se Federico si ritrova con un femore rotto, quattro costole spezzate e un gomito bloccato, la sua compagna, nonostante il miglioramento di ieri, non si può dire ancora sia fuori pericolo. «La prognosi non è ancora sciolta - specifica il direttore sanitario del Galliera Giuliano Lo Pinto -, ma il miglioramento di oggi (ieri, ndr) è significativo».
La sfortuna della 41enne Giancristofaro è che il trauma toracico subìto ha contuso i polmoni, intaccando dunque la respirazione. La donna ha riportato un politrauma. Era stata ricoverata in codice rosso e operata per alcune ore. Gli interventi che ha subìto hanno riguardato l’addome e il femore rotto. I medici hanno cercato di arrestare un’emorragia interna. Tra le diverse fratture che ha riportato, la più grave, come aveva spiegato il direttore Lo Pinto, ha riguardato il femore, «che è stato riallineato». Giovedì è stata nuovamente operata all’addome, con esito positivo. —
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