La corsa per aprire un locale da Cittavecchia alle Rive

L’attività della pizzeria Vulcania sulle Rive sta per essere ceduta, senza la proprietà dei muri, a circa 340 mila euro. In meno di due anni l’area che da Cavana si spinge fino a piazzetta Barbacan e lungo le Rive è diventata la più ambita da chi vuole aprire ristoranti, bar e pizzerie. I prezzi dei fori commerciali e dell’avviamento delle attività sono volati alle stelle. La richiesta di cospicue buonuscite è ormai una prassi. Un locale la cui metratura consenta l’allestimento di un pur anche piccolo ristorantino, in meno di tre anni ha visto anche triplicare il suo valore. Tutti puntano a quella zona. È lì che batte il cuore di Trieste. In quell’area si registra una concentrazione di locali pubblici che non ha precedenti nella storia di Trieste.
Chi vuole aprire un ristorante in questo momento, insomma, è meglio che si orienti su quell’ipotetico triangolo che dal lungomare arriva fino all’Arco di Riccardo per poi abbracciare la zona pedonale che si spinge fino al museo Revoltella. Altrimenti rischia di ritrovarsi fuori dai giochi. In tutti i sensi, soprattutto sotto quello della redditività economica.
Tra i vecchi edifici che hanno ritrovato colore, la zona che ospita le residenze dell’Erdisu, il lungomare e Cavana, Trieste si è risvegliata. Poco traffico, viuzze piene di fascino, ristoratori capaci di creare atmosfere che in città, fino a qualche anno fa, erano inimmaginabili.
«Quella di Cittavecchia e delle Rive, ma pure quella tra la Questura e il palazzo del Comune – conferma Bruno Vesnaver, presidente della Fipe - sono senza alcun dubbio le aree alla quali mira chiunque ambisce ad aprire un esercizio pubblico. Al momento è la zona di tendenza. Chi ha investito altrove, o ha grande e consolidata professionalità, oppure ha indubbiamente grandi difficoltà».
Dando un’occhiata tra quei tavolini tutti prenotati, ai clienti in piedi in attesa che si liberi un posto sembrerebbe veramente che la crisi, in quel settore e in quell’angolo di città, non trovi molto spazio. E i prezzi degli immobili - anche per quanto riguarda le locazioni - sebbene in caduta libera nell'ultimo quinquennio lì reggono, e nel caso di quelli relativi ai fori commerciali al di sopra dei 60 metri quadrati sono volati alle stelle. Se poi, come nel caso della pizzeria Vulcania, il locale ha già un consolidato giro d’affari, allora si apre una vera sfida tra ristoratori pur di accaparrarselo.
«Le zone di Cittavecchia e delle Rive, soprattutto prendendo in considerazione l’aspetto dei fori commerciali – precisa Stefano Nursi, segretario provinciale della Fiaip, la federazione degli agenti immobiliari – sono le uniche che al momento stanno dando respiro al mercato immobiliare triestino. Se tutto il resto del comparto avverte difficoltà legate al periodo di crisi - valuta - in quell’area c’è un’inversione di tendenza». Una tendenza in positivo che però riguarda solo i fori commerciali che potenzialmente riescono ad accogliere un locale pubblico. «Assolutamente, – conferma Nursi – la tendenza infatti non è quella di aprire negozi in quelle vie, bensì ristoranti, enoteche , trattorie».
Un foro commerciale di 300 metri quadrati può superare i cinquemila euro al mese di affitto. Per uno di 100 si va sui 2.500. Le locazioni dei locali oscillano dai 12 ai 19 euro al metro quadrato. Ma poi vi sono angoli, precise vie e piazzette dove le tariffe volano alle stelle. E chi possiede la proprietà anche di un piccolo foro commerciale in quella zona, ormai se la tiene ben stretta.
Aumentati anche i prezzi delle vendite. «Androna del Torchio, via Torretta, via Pescheria – si legge in un annuncio pubblicato da un’agenzia immobiliare triestina – vendesi locale commerciale primo ingresso di 150 metri quadrati a 450 mila euro. Possibilità vendita frazionata come segue: un locale di 50,75 metri quadrati a 175 mila euro, un secondo di 32 metri quadrati a 100 mila e un terzo di 35 metri quadrati 115 mila euro».
In via Diaz 28 metri quadrati fronte strada sono sul mercato a 118 mila euro. Quando invece nella seppur centralissima via della Zonta, accanto a piazza Sant’Antonio, un foro commerciale di 80 metri quadrati e che diversi anni fa vendeva ricercate candele oggi viene venduto a 195 mila euro.
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