La corsa dei 464 per un posto da preside nelle scuole Fvg
TRIESTE Si parte, anche in Friuli Venezia Giulia, il 23 luglio. La prima tappa di un percorso che dovrebbe ridurre il fenomeno del preside in condominio, evidente in 7 scuole su 10 in regione. Slittato di due mesi, il concorso per dirigenti scolastici, così ha annunciato il ministero dell’Istruzione del neonato governo Lega-5 Stelle, inizierà senza ulteriori deroghe. Gli interessati in Fvg sono 464. Le domande sono state messe in fila da mesi. Ne sono arrivate complessivamente 35.044 (per 2.425 posti, di cui 9 per le scuole del Fvg con lingua di insegnamento slovena), il 71% inviate da candidate donne, il 29% da uomini, con età media di 49 anni.
La regione nella quale sono state presentate più domande è la Campania (6.227), seguita da Sicilia (4.964), Lazio (3.515), Puglia (3.316) e Lombardia (2.718). Il Fvg però, stando al trend degli ultimi anni, è la regione in cui è più probabile riuscire a conquistare un posto, giacché l’anno scolastico in corso, con un incremento di 9 unità rispetto al 2016-2017, ha contato ben 61 reggenze: a quelle di Trieste (5) e Gorizia (11) se ne sono sommate 26 in provincia di Udine e 15 nel Pordenonese, comprendendo anche l’istituto bilingue di San Pietro al Natisone e i 4 sottodimensionati (a Meduno, Paularo, Comeglians e San Pietro), senza dimenticare i 4 reggenti in altrettante scuole con lingua d’insegnamento slovena. La situazione attuale è dunque quella del 35% degli istituti scolastici Fvg che ha avuto la necessità di un dirigente scolastico a supporto. Più di uno su tre, una percentuale da record. Al punto che il 70% delle scuole hanno un preside in condominio, il triplo della media nazionale. In Italia, infatti, “solo” il 23% delle scuole si deve accontentare di un capo d’istituto a mezzo servizio.
Dopo l’annuncio della prima prova confermata alle 10 del 23 luglio, la banca dati del Miur ha sfornato la batteria dei quiz da cui verranno estratte le domande della preselezione, che si svolgerà nelle sedi individuate dall’Ufficio scolastico regionale competente per territorio e che consisterà in 100 quesiti a risposta multipla – estratti appunto dalla banca dati dei quesiti appena pubblicati – cui rispondere in 100 minuti. Nei blog degli addetti ai lavori non manca già qualche sottolineatura su errori presenti in un file unico contenente 4.000 quesiti riguardanti la normativa riferita al sistema educativo di istruzione e di formazione e agli ordinamenti degli studi in Italia con particolare attenzione ai processi di riforma in atto. La maggior parte degli insegnanti sta segnalando in particolare la mancata consequenzialità di alcune domande. A seguire, secondo l’iter del bando, sarà comunque una prova scritta con 5 domande a risposta aperta su normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei e con ulteriori 2 domande a risposta chiusa in lingua straniera livello B2 su organizzazione degli ambienti di apprendimento e sistemi educativi europei.
Terza prova sarà quella orale, che punterà ad accertare la preparazione professionale degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Nell’esame pure conoscenze informatiche e di lingua straniera. Infine, il corso di formazione (di quattro mesi), con i “promossi” chiamati ad affrontare un tirocinio a scuola, al termine del quale ci saranno prova scritta e colloquio orale. Non saranno dunque tempi troppo brevi. Ma, dopo tanta attesa, i sindacati della scuola Fvg vedono almeno una via d’uscita. Da anni Cgil, Cisl e Uil rilevano infatti la carenza di presidi sul territorio. Una criticità ben nota anche alla Regione che nel settembre scorso, con la oggi ex presidente Debora Serracchiani, incontrò il capo di gabinetto del ministro dell’Istruzione denunciando la forte mancanza di dirigenti scolastici in Fvg rispetto al numero dei posti disponibili, cui si aggiungeva pure l’indisponibilità dichiarata, al via dello scorso anno scolastico, di circa il 30% dei presidi in carica ad assumere incarichi di reggenza. —
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