La corsa al petrolio insidia le Incoronate

Il direttore del Parco nazionale denuncia: «Nessuno ci ha informati del prossimo inizio delle trivellazioni in Adriatico. Le piattaforme sono un grave rischio per l’arcipelago»
Sibenik, 230408. U Kornatima se na prodaju nude otoci, otocni posjedi i kuce u ukupnoj vrijednosti od oko 150 milijuna kuna. Na fotografiji panorama Kornata. Foto: Stanko Feric / EPEHA
Sibenik, 230408. U Kornatima se na prodaju nude otoci, otocni posjedi i kuce u ukupnoj vrijednosti od oko 150 milijuna kuna. Na fotografiji panorama Kornata. Foto: Stanko Feric / EPEHA

SEBENICO. Autorevole e forte, la voce del direttore del Parco nazionale delle Incoronate, Robert Bobinac, si è levata in questi giorni contro l’ormai quasi certa presenza in futuro di piattaforme nelle acque croate dell’Adriatico.

Contattato dai media, Bobinac non è stato proprio diplomatico nei suoi interventi, benchè sia dipendente del ministero croato dell’Ambiente.

«Ho letto nei giornali che nei pressi del nostro arcipelago ci saranno tre campi di prospezione e sfruttamento di greggio e gas, la cui concessione è stata assegnata dal governo Milanovi„ all’americana Marathon Oil e all’austriaca OMV – così Bobinac – posso confermare senza timore di smentita che finora non sono stato informato su cosa sia stato fatto, prima delle concessioni, in materia di salvaguardia ambientale. È vero che i tre campi sono al di fuori dei confini del nostro parco nazionale, ma è altrettanto vero che la presenza di piattaforme costituisce un grave rischio potenziale per l’ambiente. Come non ricordare il disastro nel Golfo del Messico, ben sapendo che l’ Adriatico è un bacino quasi chiuso, molto sensibile, vulnerabile e poco profondo».

Quindi il direttore del parco ha voluto rammentare i disagi, le paure patite l’anno scorso in seguito all’incidente che vide protagonista un peschereccio con reti a strascico, incagliatosi nell’arcipelago.

Furono adottate tutte le misure utili a impedire che un centinaio di litri di carburante fuoriuscisse dal serbatoio dell’imbarcazione. «L’ accaduto per fortuna non ebbe conseguenze – ha aggiunto Bobinac – ma cosa succederebbe se qualcosa dovesse andare storto con una piattaforma e in presenza di scirocco? Per le Incoronate, così come sono oggi, sarebbe la fine. Sarebbe bene che Zagabria informasse meglio i diretti interessati e l’opinione pubblica sui rischi derivanti dal progetto».

Soffermandosi sugli altri problemi ambientali presenti nell’arcipelago – parco nazionale dal 1980 – Bobinac ha rilevato che in diverse occasioni si è tentato di cancellare la rotta marittima che attraversa le Incoronate proprio lungo il canale centrale. Un tragitto che vede protagonisti tutti i tipi di nave, inclusi i rimorchiatori che trainano le enormi gabbie degli impianti di maricoltura. «Diverse direzioni del parco e il competente dicastero del governo croato si sono impegnati in questa direzione – ha concluso Bobinac – ma non ce l’hanno fatta».

Ad esprimersi contro il progetto è stata anche l’associazione per lo sviluppo sostenibile dell’isola di Lesina e del suo omonimo capoluogo intitolata Dignitea, i cui responsabili hanno asserito che le piattaforme petrolifere e metanifere in Adriatico sono destinate a dare un colpo forse anche mortale all’industria turistica istro–quarnerino–dalmata.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo