La contessa di Strassoldo risarcirà la Regione Fvg
Condannata dalla Corte dei conti a restituire 100mila euro per la ristrutturazione del Castello. Il reato penale era prescritto
CERVIGNANO. Nel procedimento penale, se l’era cavata con la prescrizione del reato di truffa aggravata ai danni della Regione e del Comune di Cervignano. Davanti alla Corte dei conti, invece non è andata liscia, la sua condotta infatti non ha ottenuto alcuno sconto: la contessa Gabriella Williams di Strassoldo dovrà risarcire alla Regione Friuli Venezia Giulia 100 mila euro.
Ossia l’equivalente del contributo che le era stato indebitamente erogato nel 2005 per il “Recupero del centro storico di Strassoldo”, nell’ambito del Docup Obiettivo 2, 2000-2006.
La sentenza, che è stata emessa dalla sezione giurisdizionale presieduta da Paolo Simeon (a latere Giancarlo Di Lecce e Marco Randolfi), è stata depositata ieri.
Era stata una verifica fiscale della Guardia di finanza di San Giorgio di Nogaro, sette anni dopo, a portare alla luce il caso e fare scattare, dapprima, l’inchiesta della Procura di Udine e poi la successivaprocedura della Corte dei conti.
Si trattava di un’erogazione nella forma “de minimis” che non poteva eccedere, per lo stesso beneficiario, l’importo di 100 mila euro in tre anni.
La contessa aveva presentato domanda per partecipare al progetto unitario di recupero e riqualificazione del centro storico in qualità di nuda proprietaria del “Castello di Sopra”.
Era il 10 marzo 2004. Quello stesso giorno, però, ad avanzare analoga domanda era stato pure Hans Jorg Zimmermann, un suo amico tedesco (che nel frattempo è deceduto) che si era detto interessato a recuperare a sua volta un immobile sito all’interno del centro storico, la “Torre del castello”, per destinarlo a struttura turistico-ricettiva.
A cederglielo in comodato, con contratto sottoscritto sempre quel 10 marzo, era stata proprio la contessa. Quattro anni dopo, entrambi avevano comunicato al Comune di Cervignano di avere avviato attività di affittacamere nei rispettivi locali.
Gli accertamenti del 2012 avrebbero fatto cascare il palco. Fino ad allora, infatti, la struttura era risultata gestita in modo unitario dalla Williams di Strassoldo.
Da qui, l’ipotesi formulata dal pm friulano e condivisa dai colleghi della magistratura contabile che il contratto di comodato «fosse stato un mero artificio per eludere il regime “de minimis” e conseguire un ulteriore contributo di 100 mila euro, in aggiunta a quello già percepito per la ristrutturazione di una diversa parte (la Pileria del Riso) dell’unico compendio immobiliare del castello».
Una tesi che il difensore, avvocato Mario Nussi, ha respinto, ricordando tra l’altro come l’accredito del contributo fosse stato effettuato sul conto bancariop del Zimmermann e il suo utilizzo conforme alle previsioni del bando regionale.
E aveva anche sottolineato l’irrilevanza di un’eventuale gestione unitaria degli immobili, peraltro formalmente negata, visto che la sua cliente risiedeva con la madre nel Castello di Sopra, gestendo commissioni e affari per conto dell’amico tedesco, spesso lontano da Strassoldo per problemi di salute.
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