La comunità senegalese cacciata da Duino prende “casa” nell’ex locanda a Sgonico
SGONICO Rifiutati due anni fa a Duino Aurisina, ora hanno trovato la loro sede a Prosecco Stazione (che ricade nel comune di Sgonico), acquistando un immobile che, per decenni, ha funzionato come locanda- pensione per camionisti. I senegalesi di Trieste, dopo lunghe ricerche, hanno centrato il loro obiettivo: quello di poter avere finalmente a disposizione un punto di ritrovo in città. La struttura sarà inaugurata oggi, con una festa che si protrarrà da mezzogiorno fino a sera.
Molti ricorderanno l’aspra polemica della primavera del 2017, quando a Duino Aurisina si scatenò una sorta di rivolta popolare allorché si diffuse la notizia dell’interesse della comunità senegalese locale, forte di quasi 200 persone, all’acquisto dell’ex mobilificio Arcobaleno. Ci furono infuocate assemblee, con il coinvolgimento di partiti e istituzioni.
Anche il principe di Carlo Alessandro di Torre e Tasso si schierò con la parte della popolazione che non voleva un insediamento di quel tipo. Poi il problema si dissolse con la firma di un preliminare di acquisto da parte della società Fernetti srl, intenzionata a fare dell’ex mobilificio Arcobaleno un centro polifunzionale per anziani. In realtà, della promessa struttura non si è saputo più nulla, ma i senegalesi impararono la “lezione”: la successiva trattativa per l’acquisto di una sede, quindi, è stata portata avanti in modo più discreto.
Guidati dal loro portavoce, Amadou Fall, cittadino senegalese integrato da anni in città, sono arrivati poche settimane fa al rogito per l’acquisto dell’immobile della famiglia Riolino Taucer, situato a poche centinaia di metri dalla ex stazione ferroviaria di Prosecco.
«Abbiamo speso 315 mila euro - spiega Amadou Fall - raccolti grazie alla generosità dei senegalesi dell’intero Fvg. Trasformeremo quell’edificio nel nostro punto di riferimento regionale. Vi vivranno stabilmente 18 nostri connazionali, ma là saranno organizzati anche tutti i nostri incontri. Nel giardino che fa parte della proprietà le donne della comunità potranno preparare le pietanze tipiche della tradizione senegalese. Come abbiamo sempre sostenuto e dimostrato anche con i fatti - conclude Amadou Fall - siamo genete pacifica, che lavora e vuole integrarsi, nel pieno rispetto reciproco».
L’edificio ospiterà anche gli incontri di natura religiosa. I senegalesi di Trieste sono in gran parte componenti di una delle più diffuse confraternite islamiche, quella dei “Mouride”. In Senegal, la quasi totalità della popolazione musulmana appartiene a tre confraternite: due importate e una autoctona, la “Mouride” appunto, che riunisce un terzo dei senegalesi, principalmente di etnia Wolof. Finora i “Mouride” si riunivano una volta o due all’anno in uno dei magazzini rimodernati del Porto vecchio.
L’edificio acquistato dall’associazione dei senegalesi ha una lunga storia. Negli anni ’50 c’era un semplice chiosco che garantiva bevande e un piccolo ristoro agli operai della zona. Negli anni ’60 Michele Riolino, noto col soprannome di Marcello, costruì l’attuale struttura, per farla diventare locanda e pensione. «Nel ’96, con la morte di mio padre - spiega Eleonora, figlia del fondatore - l’attività finì. Da tempo avevamo messo in vendita l’immobile e adesso si è concretizzata la soluzione migliore. Siamo ancora proprietari di una parte del giardino, dell’orto, della legnaia e del garage, perciò - conclude - continueremo a frequentare la zona». —
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