La comunità islamica: «Cresciamo con la città»

Ristrutturata parte del Centro culturale ma ormai gli spazi non bastano Il direttivo: «Oltre che al dialogo vogliamo contribuire a cultura ed economia»
La festa al centro islamico di via Pascoli (foto Lasorte)
La festa al centro islamico di via Pascoli (foto Lasorte)

«Vogliamo migliorare l’integrazione della comunità islamica di Trieste con la popolazione; aspiriamo a fare conoscere ai cittadini i migliori aspetti della presenza musulmana in città e le principali attività svolte dal nostro Centro culturale islamico, rivolte all’interno e all’esterno». È con tali obiettivi, da raggiungere privilegiando la condivisione, che il presidente Saleh Igbarià e il direttivo presentano il “nuovo corso” dell’associazione culturale con sede in via Pascoli.

Lo spunto per il “giro di boa” è proprio il ritrovo dei suoi membri, ieri pomeriggio, in occasione della fine di alcuni lavori strutturali di parte del Centro, che funge anche da luogo di culto.

«Non abbiamo nulla da nascondere - precisano al direttivo -: anzi vogliamo aprirci ancora di più alla città convinti che, collaborando come già facciamo con gli enti locali, le altre confessioni religiose e i gruppi di stranieri, possiamo essere in grado non solo di preservare la pacifica convivenza ma costituire occasioni di crescita culturale e anche economica. D’altronde basti pensare che l’unico Premio Nobel che ha vissuto a lungo a Trieste è stato Abdus Salam, il celebre fisico pachistano: un musulmano». Il Centro culturale islamico attualmente organizza corsi d’italiano per stranieri e di arabo e sull’Islam per bambini, giornate a porte aperte, gli “Open Day”, a cadenza regolare e contribuisce a numerose iniziative pubbliche, anche del Comune, per l’integrazione degli stranieri che si stabiliscono in riva al Golfo. Sotto questo aspetto, è importante la presenza, tra i componenti della comunità, di alcuni mediatori culturali, sia uomini che donne. Tra le possibili idee da sviluppare, anche corsi di lingua e di cultura islamica e araba, oltre che incentivare il turismo religioso mentre da anni si compiono attività caritatevoli. «Trieste - ricorda il presidente Igbarià - è una città storicamente crocevia di culture, di lingue, di religioni, luogo di passaggio di popoli. È stata sempre una terra di scambi tra Mitteleuropa e Mediterraneo e si presta a essere un modello d’integrazione e convivenza pacifica».

Attualmente lo spazio a disposizione della comunità islamica, il Centro culturale, è in un appartamento, seppure vasto e ora parzialmente ammodernato. «La sede è inadeguata - spiega il presidente - tanto per accessibilità quanto per capienza, se rapportata già solo al numero dei frequentatori abituali. Infatti durante le feste religiose annuali, siamo obbligati, per poter fornire uno spazio adeguato utile a radunare i fedeli, a rivolgersi necessariamente a luoghi pubblici (principalmente sale sportive e padiglioni della Fiera), con tutte le problematiche legate alla disponibilità di questi spazi».

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