La comunità dei senegalesi cerca “casa” a Sistiana

DUINO AURISINA. Per anni è stato sede di un negozio di mobili. Poi è rimasto inutilizzato. Ora potrebbe trasformarsi nella prima "casa" dei senegalesi del Friuli Venezia Giulia, una comunità che conta complessivamente quasi un migliaio di persone. Questa la metamorfosi che si potrebbe concretizzare a breve per l'edificio situato sulla statale 14, sul tratto che, dall'abitato di Sistiana, porta verso il bivio per il Villaggio del Pescatore.
Pochi giorni fa, una delegazione di senegalesi che vivono e lavorano in regione hanno visitato la costruzione, trovandola adatta per il loro progetto, che consiste nella realizzazione di un centro che, alla domenica, sarebbe utilizzato quale luogo di preghiera. L'annuncio è di Amadou Fall, segretario generale e tesoriere della confraternita religiosa che accoglie al suo interno i circa 700 senegalesi di fede musulmana che vivono in Friuli Venezia Giulia, seguaci di Cheikh Ahmadou Bamba, leader vissuto fra la metà dell'Ottocento e i primi del Novecento e fondatore della confraternita "mouride". Gli altri 300 seguono altre dottrine.
«Da una quindicina di anni - spiega - siamo ospitati dalla Banca Etica di via Donizetti, qui a Trieste. Ma oramai la comunità mouride in città conta 200 seguaci, mentre a livello regionale siamo circa 700 su mille senegalesi musulmani che vivono in Friuli Venezia Giulia, perciò la sala di via Donizetti è diventata insufficiente per i nostri momenti di preghiera collettiva. Ecco perché stiamo cercando una sede più grande - aggiunge - e appena abbiamo saputo che è in vendita l'edificio di Duino Aurisina ci siamo organizzati per andare a visitarlo». Noleggiato un pullman per portare sul posto i senegalesi "mouride" che vivono nelle varie località del Friuli Venezia Giulia, domenica Amadou Fall ha guidato il gruppo, alla presenza degli uomini della polizia di Stato. «Quando ci muoviamo in tanti - precisa Fall, che vive a Trieste, dove si è laureato in elettrotecnica, da un trentina di anni e lavora come consulente nel campo delle energie rinnovabili - abbiamo piacere che ci siano anche le forze dell'ordine, per motivi di sicurezza. Abbiamo trovato l'immobile adatto alle nostre esigenze e ora stiamo negoziando con i proprietari per trovare un punto d'incontro fra le richieste del venditore (la famiglia Pupis è titolare dell'omonimo mobilificio, ndr) e le nostre possibilità». Se l'acquisto si concretizzerà, la "casa", come la definisce Fall, non sarà utilizzata solo come luogo di preghiera domenicale, ma anche come abitazione da una ventina di famiglie e quale foresteria, in occasione della visita in regione dei capi religiosi della confraternita "mouride". «Non abbiamo mai pensato a una moschea come qualcuno ha erroneamente ipotizzato - riprende Fall - ma a un luogo nel quale possiamo stare assieme fra di noi, senza arrecare disturbo ad alcuno e in ogni caso dopo aver avvisato le autorità locali, a cominciare dal sindaco di Duino Aurisina». In realtà la voce del possibile acquisto si è diffusa in un lampo all'interno della comunità di Duino Aurisina e le prime reazioni non sono certo state morbide: «Siamo decisamente contrari a questo insediamento - ha detto Vladimiro Mervic, dei Cittadini per il golfo - e su questo tema siamo perfettamente in linea con i leader del centrodestra del nostro Comune, anche loro molto preoccupati per questa novità».
«In tutto il mondo ovunque siamo - replica Fall - abbiamo case come quella che vorremo realizzare qui e non ci sono mai stati problemi. La più famosa in Italia è quella di Pontevico». Fall ha le idee chiare anche per quanto riguarda l'aspetto finanziario: «Chiederemo un mutuo bancario e pagheremo le rate in parte con il ricavato degli affitti delle famiglie che andranno a vivere nell'ex mobilificio e in parte con gli aiuti dei componenti della nostra confraternita. Abbiamo diritto di portare a termine il nostro progetto anche perché intendiamo stare in pace con tutti». Ma a Duino Aurisina non tutti sono d'accordo.
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