La Comunella di Duino contro i limiti alle Falesie

Raccolta di firme per fare abolire tre norme del nuovo regolamento della Riserva che vieterebbero il nuoto, la pesca sportiva d’inverno e l’ormeggio nella zona
Di Tiziana Carpinelli

DUINO AURISINA. La Comunella di Duino dichiara guerra al nuovo regolamento della Riserva regionale delle Falesie. O meglio, a tre sue prescrizioni, che riguardano le limitazioni al nuoto e all’uso della canoa sotto costa e alla possibilità di ancoraggio solo con autorizzazione in tasca. Già oltre 200 le firme raccolte in una manciata di giorni. «Perché vogliono toglierci anche questo? Noi amiamo gli animali ma qui pare che a subire le maggiori restrizioni sia l'essere umano – protesta il presidente Vladimiro Mervic, che reputa il testo “illogico e incoerente”, mentre approva la creazione della Riserva -. Si vuole colpire la nostra gente, la povera gente, che con poca spesa gioisce in mezzo alla natura. E pure i turisti».

La Comunella di Duino, con alcuni soci, ha iniziato lo scorso week-end a raccogliere firme contro tre precise norme del prospettato regolamento della Riserva delle Falesie, che si avvia a conclusione di un iter atteso dal '96. «Le regole cui intendiamo opporci con tutta la nostra forza – prosegue Mervic - sono in primis quella che proibisce a chiunque di nuotare entro i 60 metri dalla costa, poi quella, che nella stessa fascia, proibisce a imbarcazioni a remi, canoe e kayak di entrarvi, e infine la norma che “discrimina” i turisti desiderosi di ancorarsi al largo delle Falesie coi loro natanti». La petizione, per il presidente della Comunella, procede «spedita e con successo», pur limitata per ora a Duino. «Ma quanto prima ci organizzeremo per estenderla ai paesi limitrofi ed eventualmente alle società nautico-sportive - aggiunge -. Noi consideriamo queste norme liberticide e illogiche, in quanto proibiscono alla nostra gente e ai patiti del mare di fare ciò che hanno sempre fatto, senza mai arrecare danni. Quale fastidio può causare la decina di nuotatori al giorno che, d'estate, lì transita? O ancora: che problema possono provocare i pochi pescasportivi che d'inverno praticano attività in quel tratto di mare? E perché noi, informati di queste assurdità, muniti di permesso comunale, avremmo il diritto di ancorarci, mentre un ignaro turista che decidesse di affiancare la propria imbarcazione alle altre, in possesso di permesso, rischierebbe una contravvenzione da 3mila euro? Se arrivasse da Lignano, Pirano o Parenzo chi lo avvertirebbe che è un “discriminato”, dunque senza i nostri privilegi, e che lì non può ormeggiare?».

«Bisogna poi considerare – spiega Mervic – che le Falesie sono uno degli ultimi angoli frequentabili nel nostro specchio di mare. Tra le coltivazioni di mitili, gli ingressi ai vari porti, l'impossibilità a ormeggiare davanti alla Costa dei Barbari senza dover assistere a evoluzioni amatorie di ogni tipo, il continuo viavai di carboniere e forse in un futuro anche di gasiere, l'unico punto, assieme a Punta Sdobba, in cui si possa ammirare un panorama mozzafiato è proprio rappresentato dalle Falesie duinesi». «Anche se non abbiamo altre armi per contrastare questa insensatezza - conclude il presidente della Comunella -, oltre a quella d’informare le persone e raccogliere firme, proseguiremo con caparbietà. E non vogliamo che ci venga propinata la solita storiella del finanziamento europeo, con il quale le tre norme, anche se abrogate, non interferirebbero assolutamente. Ci auguriamo, invece, che prevalga il buon senso e si rivedano queste tre norme».

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