La città sotto la lente di settanta telecamere
Nella calza della Befana il monfalconese troverà nuovi occhi elettronici a vegliare sulla di lui. Per un investimento totale, sulla pubblica sicurezza, pari a 120mila euro (più Iva), 60mila dei quali a carico della Regione e la rimanente metà dell’ente. L’amministrazione ha infatti predisposto un intervento di manutenzione straordinaria del sistema di videosorveglianza cittadina, che attualmente annovera 64 telecamere. Ma presto il numero salirà a 70. Tondo tondo. In pratica un apparecchio ogni 281 metri quadrati di municipalità. «Vogliamo diventare il Grande fratello», ha promesso ieri mattina il sindaco Anna Maria Cisint, in un giro di ricognizione sul territorio col suo vice Giuseppe Nicoli, scortata anche dal comandante della Polizia municipale Walter Milocchi e dal responsabile dei servizio Sistemi informativi associati Marino Misciali.
Più telecamere, più sicurezza è infatti il mantra della prima giunta leghista di Monfalcone. «Perché gli occhi elettronici - ha asserito la prima cittadina - garantiscono la giusta prevenzione, coordinata all’ottimo lavoro svolto da tutte le forze dell’ordine». Che il Grande fratello sia proiettato sulla città, forse non è immediatamente percettibile. Ma basta scendere dalla stazione ferroviaria, fare due passi in viale San Marco e dilungarsi in centro per essere filmati, senza accorgersene, da una decina di telecamere piazzate in punti strategici.
L’obiettivo del Comune, stavolta, non è però quello di vagliare il traffico in entrata e in uscita dalla città, bensì di installare nuovi dispositivi in aree mirate, in particolare a contrasto dei fenomeni vandalici, di ubriachezza molesta o degrado urbano. Ecco allora che il primo potenziamento, con la sostituzione dei mezzi diventati ormai obsoleti, interesserà guardacaso via Sant’Ambrogio, l’arteria sempre nel cuore dell’esecutivo Cisint, che ambisce a riportarla a nuova vita. All’altezza del bar sotto i portici (dove recentemente sono spariti tavolini e sedie), riconosciuta come una zona a intenso transito, verrà posizionato un apparecchio a “puntamento variabile”, in grado di riconoscere nitidamente i volti anche a 40 metri di distanza, sia di giorno sia di notte. La nuova e più sofisticata tecnologia, che farà capolino pure in piazza della Repubblica a rottamazione dei vecchi modelli dome installati nel 2001, risulta fissa, ma garantisce una visione grandangolare: in pratica una panoramica spiattellata su 180 gradi. Così, mentre prima, con la rotazione della telecamera inevitabilmente si perdeva una parte delle immagini, in questo modo nulla, davvero nulla, potrà sfuggire al Grande fratello. Grazie a una visione complessiva e continuata.
Cisint, che la prossima settimana incontrerà il parroco del duomo, vorrebbe inoltre chiedere il permesso alla parrocchia di installare una telecamera sul retro della chiesa, a scopo deterrente, per evitare i capannelli di tossicodipendenti e balordi che sovente scambiano l’ingresso alla cripta per un vespasiano. Ma una telecamera verrà posizionata anche in via Rosselli, all’altezza della fermata dei bus, per vigilare sul sagrato del Sant’Ambrogio e sul parco Unicef; mentre due occhi elettronici nuovi di zecca arriveranno all’Area Verde e davanti al museo della cantieristica. «Effettueremo inoltre un sopralluogo - ha assicurato il sindaco - nei giardini dietro la posta di via Parini, perché giungono costantemente segnalazioni di assembramenti di bengalesi dediti a schiamazzi. Ritengo che anche lì andrebbe predisposta una videosorveglianza».
Tra parentesi, col risparmio frutto di gara d’appalto (a vincerla la ditta specializzata di Verona B!), si è riusciti a ritagliare l’installazione di una telecamera al Conver, oggetto nei mesi scorsi di vandalismi e furti. Infine, attraverso i fondi ottenuti per la sostituzione di apparecchiatura fulminata da temporale, l’amministrazione intende sostituire anche le due telecamere in Corso del Popolo (davanti al panificio Tamburin) e all’intersezione tra via fratelli Rosselli e viale San Marco. Cisint vorrebbe altresì perfezionare la dotazione comunale con due telecamere mobili, da impiegare per fenomeni estemporanei, «vedi i danneggiamenti del presepe sotto Natale», suggerisce. Ma bisogna vedere, sotto il profilo legale, se sia effettivamente consentito, vale a dire se sia possibile puntare sui cittadini occhi elettronici a sorpresa. Il Garante della privacy potrebbe avere di che obiettare.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo