La Cisl taglia gli stipendi dei vertici
TRIESTE. Avanti con la riorganizzazione, col 2017 nel mirino. Meno personale politico e più lavoro sul campo: dopo l’accorpamento fra Trieste e Gorizia, deciso nel 2013, la Cisl Fvg accelera sul riassetto regionale. Un accentramento organizzativo che allinea la situazione locale alla strategia perseguita dal sindacato nel resto d’Italia per semplificare i livelli di comando. Il segretario regionale, Giovanni Fania, punta ad «adeguare la Cisl all’abolizione delle Province e tagliare le spese burocratiche. Risparmieremo il 30-40% sugli stipendi dei vertici e sposteremo le risorse sulla prima linea: i delegati e gli operatori degli uffici». Il 2013 è stato anche l’anno del riassetto su base regionale di buona parte delle categorie Cisl: «È una rivoluzione che sarà conclusa nel 2017: procediamo con gradualità – continua Fania – anche contro qualche mugugno, perché il sindacato dev’essere lo specchio del territorio. Sono state abolite le Province e sempre più le trattative avvengono su base regionale: il sindacato deve adeguarsi, perché anche così si difendono l’unità della Regione e la sua specialità, in giorni in cui c’è chi propone città metropolitane».
Ed è appunto di «regionalizzazione» che parla Fania: «Cesserà l’organizzazione su base provinciale e si rafforzerà quella regionale, riorganizzando le segreterie provinciali e riducendo gli sprechi. Il via libera arriverà a fine mese con l’assemblea regionale». L’obiettivo è creare un solo livello politico con la fusione fra Trieste-Gorizia, Udine, Pordenone e Tolmezzo: «Oggi abbiamo cinque segretari dell’Unione regionale e 3-4 per ogni ambito territoriale. Domani avremo due segretari dell’Usr, un segretario per ciascun territorio e quattro responsabili provinciali: la metà. Riorganizzeremo anche i servizi, cui si rivolgono ogni anno 300mila persone: patronato, Adiconsum, ufficio vertenze avranno un solo responsabile regionale», chiosa Fania.
Si muovono anche le altre sigle: metodi diversi, stessi obiettivi annunciati. Franco Belci ricorda che «la Cgil ha già creato segreterie interprovinciali di categoria. Abbiamo anche dato una segreteria unica alle categorie che hanno una contrattazione regionale, come funzione pubblica, scuola e trasporti. Ricordo inoltre l’accorpamento fra le Camere del lavoro di Udine e dell’Alto Friuli: teniamo ancora distinte Trieste e Gorizia, su cui ci stiamo però confrontando». Belci segue una strada diversa dalla Cisl: «Preferiamo lavorare sull’organizzazione interna più che sugli accorpamenti territoriali, ma puntiamo ugualmente alla diminuzione dell’apparato dei segretari di categoria e all’aumento di figure tecniche che diano forza ai servizi: il solo modo per restare attraenti». Concorda Giacinto Menis (Uil Fvg), che parla di «un processo di ristrutturazione già in atto per minimizzare i costi di struttura e convogliare più risorse verso territorio e rappresentanze aziendali. La ristrutturazione non si traduce in uno schematico accorpamento, ma nell’integrazione di funzioni. Abbiamo praticamente dimezzato il gruppo dirigente confederale e di categoria, migliorando servizi e attività contrattuale sui territori».
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