La Cisl “accorpa” Gorizia e Trieste

Il sindacato annuncia l’unificazione delle due strutture provinciali. Fania: «Una scelta di sobrietà ed efficacia»
Di Laura Blasich

MONFALCONE. Un’unica struttura territoriale Cisl per i territori dell’Isontino e di Trieste. Lo ha sancito ieri il Consiglio generale regionale, riunito a Monfalcone, dando il via libera a una riorganizzazione già in gestazione e in linea con l’azione di riassetto avviata dal sindacato a livello nazionale. La Cisl quindi si autosemplifica, mentre le Province di Gorizia e Trieste per ora non si toccano, l’Area vasta isontino-giuliana in campo sanitario è ancora sulla carta, il progetto dell’ad di Fincantieri Giuseppe Bono di una Confindustria unificata nell’area giuliana rimane tale.

Al congresso regionale della prossima primavera la Cisl di Gorizia e Trieste arriverà con un unico segretario e così per le diverse categorie. «In un momento difficilissimo come quello attuale – ha spiegato ieri il segretario regionale Giovanni Fania – come sindacato crediamo che vadano attuati nuovi modelli di sobrietà, capaci di dare risposte ancor più incisive e concrete alle persone: in questa direzione ci stiamo muovendo come Cisl».

L’obiettivo dell’operazione, dettata anche dall’esigenza di fronteggiare i sempre maggiori costi di gestione a parità di iscritti, è quello «di essere ancora più vicini ai lavoratori ed ai pensionati, grazie ad un sindacato ancor più dinamico e presente». La creazione di una sola Unione sindacale territoriale tra Trieste e Gorizia non pare però solo, e non poteva esserlo, visto il momento, una questione interna. «Speriamo di lanciare un messaggio utile - afferma il segretario provinciale Umberto Brusciano -, non tanto per la creazione di Aree vaste o la riduzione delle Province, quanto di una riorganizzazione e semplificazione volte a garantire maggiori servizi e assistenza a lavoratori, pensionati e cittadini in genere». Il lavoro avviato a livello nazionale e regionale e che si è concretizzato nell'area insontino-giuliana, secondo Brusciano, non vuol dire sguarnire i territori. «Stiamo razionalizzando per avere anzi una maggiore efficacia - ribadisce -. Noi che abbiamo sostenuto il secondo livello di contrattazione vogliamo coinvolgere in questo modo di più Rsu e delegati nelle politiche della Cisl».

Ecco perché sul riassetto delle Province Brusciano si auspica un confronto vero in Friuli Venezia Giulia e che «tenga soprattutto conto del bene comune». «Il problema, che riguarda tutti gli enti, in questo momento è l’incertezza dell’iter decisionale - osserva il segretario provinciale - con tutto ciò che ne consegue. Basti pensare all’escavo del porto di Monfalcone, ma anche alle difficoltà che i singoli cittadini incontrano. La sensazione è che ognuno stia ponendo dei limiti per giustificare la propria presenza, per autolegittimarsi in un momento in cui le priorità dovrebbero essere altre». La soddisfazione per Brusciano è comunque anche quella «di aver anticipato l’ad di Fincantieri Bono, presidente di Confindustria Gorizia, che voleva arrivare a un’associazione unica degli imprenditori tra l’Isontino e Trieste». Due territori piuttosto omogenei, come rilevato da Fania, «non fosse altro perché entrambi confinano con la Slovenia e già condividono una serie di realtà produttive, come Fincantieri, la cui direzione si trova a Trieste, mentre i cantieri a Monfalcone». Il nuovo assetto, commenta ancora Fania, annunciando che diverse categorie si accorperanno in un’ottica di filiera, è stato determinato anche dalle nuove sfide che attendono la Cisl: crisi sempre più trasversali e la necessità di dare risposte non sempre omogenee.

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