La ciocca di “Cecco Beppe” all’asta per 14mila euro

Un ristoratore viennese collezionista di cimeli asburgici si aggiudica i capelli bianchi A ruba anche il taglia sigari, un fazzoletto ricamato e la spilla da caccia dell’imperatore

UDINE. Quanto può valere una ciocca di capelli che un tempo aveva ornato la testa di un anziano signore? Nulla, se la testa è la vostra, 13.720 euro se invece è quella di Francesco Giuseppe, penultimo imperatore d’Austria e re di Ungheria. A quel prezzo, infatti, l’augusta ciocca è stata aggiudicata all’asta bandita dal Dorotheum di Vienna, in cui venivano proposti capi di vestiario e oggetti personali appartenuti un tempo al monarca asburgico.

L’interesse quasi feticistico per le reliquie del vecchio imperatore ha richiamato un pubblico enorme, al di là di ogni previsione, che ha affollato le sale della nota casa d’aste viennese. I capelli di Francesco Giuseppe – una ciocca bianca, di pochi centimetri – religiosamente custoditi in un astuccio di raso e velluto simili a quelli in cui si conservano anelli o catenine - sono stati l’elemento di maggior interesse, che ha scontato il prezzo più alto.

Di solito in aste del genere non si conoscono i nomi degli acquirenti, ma questa volta sì. Si tratta della Collezione imperiale Plachuta, una raccolta privata di cimeli absburgici, appartenente a un noto ristoratore viennese. L’aggiudicazione della ciocca imperiale non dev’essere stata semplice. Si è trattato di una vera e propria “conquista”, considerando che il prezzo base era di soli 400 euro e che le stime dei periti del Dorotheum non andavano oltre i 600 euro. Il gioco al rialzo, invece, ha fatto salire il prezzo vertiginosamente fino ai 13.720 euro. Tra gli altri oggetti aggiudicati nel corso della seduta figuravano un paio di gemelli, che sono stati pagati 8.750 euro, un fazzoletto recante un ricamo con le iniziali dell’imperatore FJI (Franz Josef I) venduto per 2.750 euro, un taglia sigari aggiudicato per 4.750 euro, una spilla da caccia in oro per 6.875 euro.

Non all’imperatore, ma al figlio e principe ereditario Rodolfo, tragicamente morto a Mayerling, apparteneva un quaderno da disegno, anch’esso venduto nel corso dell’asta. Assieme agli oggetti personali dell’imperatore è stata battuta all’asta anche una foto di Eugen Ketterl, ultimo servitore di camera di Francesco Giuseppe. Come mai questo singolare accostamento? Perché fu proprio Eugen Ketterl a conservare e poi a rivendere le cose dell’imperatore. Non di nascosto, come verrebbe da sospettare, ma alla luce del sole, perché a suo tempo era stato formalmente autorizzato a portar via le cose dismesse dal sovrano. Era una sorta di beneficio aggiuntivo allo stipendio di corte. Che oltre ai vecchi capi d’abbigliamento avesse deciso di conservare anche una ciocca di capelli può essere interpretato come un segno di devozione nei confronti dell’anziano imperatore o forse anche come un’intuizione del valore che quei capelli avrebbero potuto raggiungere dopo la sua morte.

Va detto che il Ketterl non era un personaggio di secondo rango nel servizio di corte, ma si trovava anzi a capo del servizio di camera di Francesco Giuseppe, costituito da una quindicina di persone, che si dovevano occupare delle esigenze più personali dell’imperatore. Un compito non sempre facile, come si apprende dalle memorie del Ketterl pubblicate dopo il crollo della monarchia (bisognava essere in piedi già alle 3.30 del mattino, per svegliare l’imperatore, aiutarlo a vestirsi e servirgli la colazione alle 5 in punto), ma che Francesco Giuseppe riusciva a rendere sopportabile. «L’imperatore era con noi tutti molto bonario – ha lasciato scritto nel suo libro Ketterl – e di una straordinaria cortesia. Non aveva mai dato un ordine, ma aveva sempre chiesto per favore un servizio e sempre aveva ringraziato, anche quando, per esempio, gli veniva porto soltanto un bicchiere d’acqua».

Le “memorabilia” di Kaiser Franz Josef, conservate per un secolo dal suo servitore di camera, hanno costituito il piatto forte dell’asta al Dorotheum, ma non il solo. Nella stessa seduta sono stati messi all’asta anche oggetti di un altro imperatore, Napoleone, tra cui, in particolare, uno storico anello che è stato aggiudicato per 97.900 euro. L’anello ha una sua storia, ma ha una storia bimillenaria soprattutto la gemma incastonata sopra, trovata nella sabbia dell’Egitto nel corso della spedizione napoleonica. L’imperatore francese ne fece dono alla moglie Giuseppina. Quel che avvenne dopo è attestato in una ponderosa documentazione. Chi abbia ora pagato quasi 100 mila euro per assicurarsene il possesso non si sa. La casa d’aste ha rivelato soltanto che l’offerta è giunta per telefono da un acquirente italiano.

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