La Cina paga il remake del film sui partigiani titini

La pellicola jugoslava “Valter difende Sarajevo” diventata cult nel 1972 anche nei cinema di Pechino

BELGRADO. Non solo promesse di investimenti e di sostanziosi prestiti per la costruzione di ponti e autostrade, per la modernizzazione di obsolete ferrovie, ma anche denari per far rivivere uno dei più grandi “colossal” cinematografici jugoslavi. Sì, sembra proprio che una delle direzioni in cui i Balcani possano e debbano guardare per ridare slancio a qualche progetto turistico, imprenditoriale e anche artistico sia quella che porta verso la Cina.

Cina dove ancora sopravvive, nei più anziani, la memoria dell’epoca d’oro della Jugoslavia di Tito. E la memoria va sfruttata. Lo conferma la recente idea della società di produzione cinematografica “China Star Media”, che ha annunciato che lavorerà, con l’assistenza del ministero della Cultura bosniaco, a un remake del film “Valter brani Sarajevo”, conosciuto in italiano con il nome “Valter difende Sarajevo”. Film che, per varie ragioni, non ultima l’avvincente sceneggiatura, è diventato subito un cult dopo la sua proiezione nelle sale jugoslave ed estere, nel 1972. La storia, ricorda il sito specializzato Imdb, racconta un momento significativo del tramonto della sanguinaria occupazione nazista dei Balcani.

I tedeschi, dopo la caduta di Belgrado e durante la ritirata verso la Germania, «avevano un disperato bisogno di carburante» per rifornire le truppe e Sarajevo era il centro cruciale per la logistica. Ma un «misterioso e carismatico leader della Resistenza», nome di battaglia Valter, «riusciva a ostacolare i rifornimenti» nella città, senza che i nazisti riuscissero a mettere la mani su di lui piegando Sarajevo. Famosissima, tra le tante, la scena in cui la nemesi di Valter, il comandante tedesco Von Dietrich, che aveva tentato inutilmente di catturarlo, prima di abbandonare Sarajevo ammette la sua sconfitta a un funzionario della Gestapo, Wilder. «Ora che sto per andare via ho capito chi è Valter». «Mi dica immediatamente il suo nome», gli ordina Wilder.

«Guardi, vede questa città, questa è Valter», la risposta dell’ufficiale della Wehrmacht indicando dall’alto Sarajevo, in una scena straordinaria, congegnata con attenzione anche per sottolineare, come tutto il film del resto, la vittoria della “fratellanza e unità” sull’invasore.

Film che ebbe un successo straordinario non solo in Jugoslavia – dove la memoria di Valter vive ancora nella cultura popolare e nella musica - ma anche in Cina. La riprova, i tanti neonati cinesi nati all’inizio degli Anni Settanta chiamati Valter in onore del protagonista del film e le vie dedicate all’eroe partigiano.

E poi la birra cinese Valter, sull’etichetta l’attore interprete del leader partigiano, Bata Zivojinovic, con in mano un mitra. Una fama, quella di Valter che difende Sarajevo, liberamente ispirato alla figura del partigiano Vladimir Peric Valter, che ha spinto la China Star Media sulla strada del remake, da realizzare grazie a sette milioni di euro di fondi.

Una pellicola da girare naturalmente in Bosnia, con attori locali ma regista cinese, a partire dal prossimo anno. La produzione del Valter “made in China” sarà realizzata in collaborazione con la Jadran Film e il Filmski Centar di Sarajevo, ha specificato l’agenzia Afp. «Da quando ho visto il film, quarant’anni fa, Sarajevo mi è rimasta nel cuore», ha dichiarato invece ai media locali il numero uno dell’azienda con sede a Pechino, Bing Xiang, anticipando la sua intenzione che è anche quella di «risvegliare le nuove generazioni» in Cina, «come Valter svegliò noi».

E di far vedere, non solo in Asia, quanto i «valori di fratellanza e unità», ha poi aggiunto il manager, possano ancora avere un senso.

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